Per fare ciò, l'ultimo tassello, prima della piena introduzione dell'intelligenza artificiale, è il controllo del drone in modalità “realtà aumentata”. Il pilota guida a (grande) distanza il velivolo con un casco di realtà virtuale per tutto lo svolgimento della missione.
Mi sono reso conto che qualcosa stava veramente cambiando, intervistando qualche anno fa l'allora capo redattore di Wired, Chris Anderson, autore del best seller “La lunga coda”: mi disse che si sarebbe occupato di droni. Qualche mese dopo lasciò la redazione della più famosa rivista tecnologica al mondo, per lanciare una sua startup in California chiamata 3D Robotics. Nella fattispecie l'uso dei droni su cui avrebbe puntato era nel settore agricolo e turistico.
Da questa tecnologia di morte, sono derivate centinaia di applicazioni civili. La maggior parte di noi è venuta a “contatto” con un drone grazie al veloce avanzamento della tecnologia che ne ha visto ridurre enormemente i prezzi per le versioni base, fino a portare i modelli più semplici nei negozi di giocattoli. Per gli appartenenti alla Gen Z ma anche Y, il concetto di drone è sicuramente quindi legato agli aspetti ludici.
Possiamo dire che l'utilizzo a scopi civili dei droni dotati di telecamera ad alta risoluzione abbia raggiunto la “maturità” quando i fotografi professionisti hanno iniziato ad adottarli per le riprese dei matrimoni... :-)) Dopo un relativamente breve periodo di “anarchia” l'utilizzo è da qualche anno regolato in Italia dall'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile.
Uno dei fenomeni più curiosi che si è sviluppato negli ultimi anni e che penso rappresenti l'apice dello sfruttamento delle possibilità umane, è il Drone World Championship. La Formula 1 dei droni. Sostanzialmente i piloti, dotati di visore 3D, guidano a velocità folle il loro drone attraverso difficili percorsi tridimensionali, osando più di un pilota di Formula 1, considerato che in caso di “incidente” alla peggio distruggeranno il loro quadricottero. Certo non saranno soggetti alle sollecitazioni fisiche a cui è sottoposto un vero pilota, ma l'aspetto scenografico ed il livello di immersività a cui anche lo spettatore può avere accesso, sono impressionanti. Ovviamente come nelle gare di auto, sono nate varie formule e campionati.
Torino, nella sua difficile transizione da città industriale a città dei servizi, ha ospitato nel mese di luglio la seconda tappa della Drone Champions League. E' una formula che dal 2016 raccoglie i migliori piloti di droni al mondo, per sfidarsi con squadre internazionali in spettacolari scenari. A Torino i droni da corsa illuminati a LED hanno sfrecciato lungo i “Murazzi”.
I primi segnali di questa nuova vocazione della città si erano visti nel giugno del 2018 quando per la prima volta i classici fuochi d'artificio di San Giovanni sono stati sostituiti, non senza polemiche, da uno spettacolo di droni. L'evento si è ripetuto anche nel 2019 con maggiore enfasi, vista la presenza di 300 droni che in sincronia hanno disegnato immagini e scenari nel cielo notturno. Nell'estate del 2019 è nato il Drone Village, dove famiglie e appassionati possono incontrare i piloti, e far volare i droni. Nell'area di Parco Dora è stato creato un ambiente dove le aziende dedicate al settore effettueranno sperimentazioni che potranno in futuro dare vita ad applicazioni commerciali.
La persona che ha voluto tutto questo si è guadagnata sul campo il soprannome di “Signora dei Droni”, fornendo un contributo fondamentale a far sì che la sua Torino sia diventata la capitale italiana dei robot volanti. Al di là di considerazioni politiche, questa giovane oggi è diventata la Ministra per l'Innovazione nel Governo italiano.