LA Coppa


Lezioni di tennis

Ho trovato estremamente interessante e straordinaria la finale Roland Garros 2025, tra Sinner e Alcaraz.

Straordinaria perché è in questi passaggi sportivi che si ammira fino a che punto un uomo, un atleta, si spinge. Mantenere per cinque ore e mezza quell’intensità, tenuta fisica, forza mentale, concentrazione, lucidità, fantasia, set di colpi differente, significa che dietro, oltre al talento, ci sono autodisciplina, allenamento, sacrificio, volontà oltre il comune.

Davanti a queste prestazioni non c’è vittoria o sconfitta, davanti a quei ritmi, precisione, a quella presenza costante ci si alza in piedi, si applaude e si dice grazie.

Si può migliorare? Forse sì, ma a chi non è venuto il braccino corto quando vediamo la vittoria lì ad un passo? Sappiamo che automatismi scattano dentro di noi?

Pensiamo forse di non meritarci quella vittoria fino in fondo o chissà che altro?

Da casa, seduti sul divano, troppo spesso giudichiamo e puntiamo il dito, ma non ci rendiamo conto che quelle situazioni le viviamo nella nostra vita di tutti i giorni con vesti differenti. In quelle circostanze come agiamo? Che automatismi facciamo scattare? Ce lo domandiamo?

Riusciamo a tenere quei livelli in ciò che facciamo per tutta quella durata? Riusciamo a essere lucidi, tenere i nervi saldi, sereni e sicuri, senza farci prendere dal panico?

Colpi eccellenti, così come il talento, tutti li abbiamo, ma è mantenerli nella lunga distanza che fa la differenza, e cinque ore e mezza sono un’enormità, solo con te stesso, il tuo avversario e milioni di persone che ti guardano.

Riprendersi, da solo, in pochi minuti, come Sinner, dopo aver fallito tre Championship Point, e tenere viva la gara fino al super tie-break è davvero eccezionale, la maggior parte crollerebbe mentalmente, sentendosi sopraffatta dall’occasione persa.

Pensiero, mente e fisico iniziano a vagare per poi cedere d’improvviso. Esserci, tenere la lucidità e concentrazione, ripartire da zero è un’impresa grandiosa.

Naturale che comunque, dopo una tal gara, la sconfitta bruci e faccia male.

Non finirà nella sua bacheca, ma è un risultato che vale molto più di tante vittorie.

A scuola, o in quel che ne rimane, queste partite dovrebbero farle vedere, raccontare, spiegare, come fossero la tavola periodica degli elementi e il teorema di Pitagora.

Serve meno nozionismo, serve invece trasmettere qualche segreto e senso della vita in più da portarsi sempre con sé, in tutto ciò che si fa, che sia sport o altro.

Grazie alle due giovani stelle del tennis, strutturate, leali, sane e con grande rispetto reciproco; una partita storica, un insegnamento preziosissimo.


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