LA Caverna


Cuore sereno in giorni di festa

Lo scrittore inglese Robert Burton nel suo trattato “L'anatomia della malinconia” afferma: "Se v'è un inferno in terra, si può trovarlo nel cuore d'un uomo triste". La tristezza è un pensiero maligno che elimina la pace e la gioia interiore.

A ridosso delle grandi Feste che si avvicinano non riempiamo case e strade di luci effimere ma cambiamo il “look” del nostro volto con il sorriso. Non concentriamoci troppo sugli irrisolvibili problemi della vita ma sdrammatizziamo piuttosto la realtà, trovando il lato luminoso nel “grigio” della quotidianità. Pensiamo in modo positivo, sorridendo di noi stessi e coltivando buone relazioni di amicizia che “fanno sorridere il cuore”.Donare un sorriso non costa nulla. Un segno di umanità e un gesto di fraternità regalano pace ai nostri giorni inquieti, infondono forza e coraggio per andare avanti.

Se abbiamo trovato un senso alla vita, senso che non sta nei regali e nelle cose, offriamo giorni di serenità indescrivibile. Se, improvvisamente, per motivi i più disparati, una pesantezza dolorosa ci opprime il cuore, osserviamo il sorriso di un bambino, apprezziamo la carezza di un amico, un giorno di azzurro e di sole. Un’anima semplice fa tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventa davanti al male.

Tutti vogliamo essere felici, ma in un mondo di valori invertiti, siamo poco aiutati ad esserlo. Non occorre un grande sforzo per sapere che è impossibile vivere senza una soddisfazione, un piacere, un qualche bene. Fatti di carne e ossa abbiamo una serie di necessità, tipiche della nostra condizione umana. È piacevole un pranzo, una buona vacanza, uno smartphone ultimo modello, ma la serenità del cuore non sta qui. È falso globalizzare la serenità, proporne un’idea standard, stabilirne i tempi e le scadenze. La serenità è un modo di essere tipico di ogni persona e non è un privilegio di pochi. La serenità non si identifica con la felicità intesa come la piena soddisfazione dei propri capricci. La felicità è come l’orizzonte, non si raggiunge mai.

Ci accorgiamo un bel giorno di essere diventati vecchi ma, facendo un consuntivo, ci si accorge che i momenti felici sono stati pochi. I nostri sensi atrofizzati, i nostri canali energetici ostruiti, bloccano il nostro mondo interiore rendendoci schiavi degli oggetti e delle circostanze. Rimaniamo in superficie, evochiamo sensazioni passeggere illudendosi di trovare felicità. La serenità la trasmettiamo con la vita. Una mamma che canta, un papà che sorride, un nonno che gioca insieme, un amico che ti sta vicino in un momento difficile trasmettono serenità.

Mettiamo al primo posto la serenità e adeguiamo ad essa tutto il resto. Non barattiamola con le cose. Vivere in permanente stato di serenità interiore significa stare nella vera felicità.

La serenità la scopriamo all’interno del nostro essere profondo, depurato da ricordi ed emozioni e, una volta raggiunta, non si perde. Il libro dei Proverbi ci suggerisce un consiglio prezioso “Custodisci il tuo cuore più d’ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita”.

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Torino): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista