LA Caverna


Sensazioni di vuoto

Sul Foglio di qualche anno fa Luciano Violante scriveva: “Ho notato che più o meno ogni vent’anni in Italia si sviluppa un forte movimento di avversione al ceto politico: il fascismo, la resistenza, il Sessantotto, Tangentopoli e oggi.”

Giornali e Tv, con la tecnica delle fake news e delle fake truth, hanno distrutto ogni certezza. Si procede non tanto con filosofie di vita e conseguenti scelte concrete ma con suggestioni che incantano e disincantano un popolo esasperato e smarrito, pronto a cambiare sponda quando le promesse restano utopia o si rivelano come strategie per catturare consenso.

Non capiamo bene se siamo in una situazione positiva di sviluppo anche se lento, se abbiamo trovato la strada giusta per rovesciare un establishment corrotto di privilegiati, o se, invece, a dire di tanti, siano state divelte le più fondamentali infrastrutture portanti socio-politiche del Paese da poteri forti e potentati esteri interessati al nostro declino culturale ed economico. L’inerzia, l’instabilità, il vuoto di idee e di progetti ci stanno gettando nell’abisso del nulla ed in questo interminabile inverno sociale ci manca il calore dei sogni, il coraggio delle sfide e la prospettiva di una nuova primavera.

Non si parla di ridistribuzione equa della ricchezza ma di povertà, non si prospettano soluzioni politiche ma si denunciano fardelli pesanti da cui liberarci, senza fissare precise scadenze, scovare colpevoli sicuri, compiere scelte decisive. Si parla, si promette, si minaccia, si denigra e il risultato è sempre zero. Si mette in crisi tutto: famiglia, scuola, partiti, magistratura, sistemi elettorali, istituzioni politiche.

L’unica cosa certa è il vuoto che sopisce anche la rabbia e la volontà seria di cambiare. È difficile “svegliarsi dal sonno della ragione che genera mostri” ma possibile e dignitoso. Autorevolezza, credibilità e capacità di orientamento sono i nascosti tesori che vanno ritrovati al più presto per uscire alla luce. La libertà, la giustizia, la solidarietà, non sono solo desideri che riposano nelle profondità del cuore umano, bensì una forza irresistibile che, attraverso la storia, ha permesso agli uomini saggi di manifestare con efficacia il proprio dissenso e la ribellione all’oppressore.

Ai giovani lanciamo la sfida per una cultura ed una coscienza nuova da consegnare a questa sterile società incapace di generare un futuro giocato all’insegna della saggezza. “...non fermarti, non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un'idea...vale la pena farlo" (Daniele Nardi).

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Filippo Baggiani (Torino): commerciale settore moda, scrittore allo stato quantico
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Eugenia e Massimo Massarini (Torino): studentessa di medicina e medico
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista