Mi ispiro a uno che i colti chiamano 'scienziato social dell’Ottocento', Frédéric Bastiat, che scrisse: 'La differenza tra una cattiva analisi e una buona sta nel fatto che quest’ultima non si limita a cogliere ciò che si vede ma porta alla luce anche ciò che non si vede'.
Un vignettista italiano di pregio, Vincino scrisse: 'Credo che l’unico spazio di verità di un giornale sia il quadratino della vignetta. Abbiamo la responsabilità di pensare con la nostra testa e con le nostre matite'.
Ci vorrebbe il Suo (le confesso che è anche il mio) maestro di scrittura Hunter S. Thompson che nei periodi di lucidità (grazie a un mix di tabacco, LSD, mescalina, coca, il tutto innaffiato da tequila e rum), grazie al suo profondo istinto moralizzatore cercava i colpevoli. Scovava il marcio, annusava e stanava le carie, che stavano corrodendo dall’interno il sistema politico culturale americano. Diede il massimo nel chiudere alla grande la sua vita terrena con l’insuperabile: 'Mi sembra già piuttosto tardi per restituire i coglioni a Dio'.
E concludo con il mio amico Michel*, che in pieno COVID-19 ha detto: 'La pandemia ha rafforzato la logica del senza contatto che era già la tendenza di una società sempre più connessa, cioè disincarnata'.
Basta! Parlare con lei mi stanca!".
*Houellebecq