Paura dello strumento

Dopo 118 giorni di trattative sindacali, anche gli attori sono riusciti a spuntare buona parte delle condizioni richieste: bene quelle economiche, curiosa quella di avere un allenatore per le scene di sesso, importante quella sulla protezione dall’intelligenza artificiale. Da oggi, le aziende cinematografiche devono richiedere il permesso scritto di ogni attore prima di usare la sua immagine in materiale prodotto dall’intelligenza artificiale, e soprattutto devono pagarlo ogni volta che usano il suo avatar.

Il pasticcio Executive Order

A fine ottobre il Presidente ha presentato il suo executive order sull’intelligenza artificiale, che regola lo sviluppo di questa nuova tecnologia e potete leggere qui . Pur mossa da buoni principi, l’amministrazione ha pasticciato l’unione di contributi molto diversi, sviluppati da aziende, accademici e lobby mosse da interessi evidentemente divergenti. Come si diceva a scuola anni fa: il ragazzo poteva impegnarsi di più.

La frontiera del computing

Nel numero scorso abbiamo parlato del robot magazziniere Digit, e del fatto che l’azienda si prepari a produrne 10.000 all’anno. Allo stesso modo Boston Dynamics attrezza la produzione di 100.000 dei suoi Spot, il cane robot, e Stretch, altro magazziniere. Per un paese come l’America, che solo recentemente ha passato la soglia dei 300.000 robot installati, questa crescita di volumi produttivi è impressionante, e richiede una trasformazione architetturale importante.

Digit sostitutivo o supplementare?

Amazon ha mostrato il suo nuovo robot umanoide, Digit, che riesce a spostare scatoloni fino a 15kg dagli scaffali ai veicoli che poi li portano verso lo smistamento. Subito s’è alzato il coro impaurito: “oddio, licenzieranno i magazzinieri!” In effetti non è così, o meglio è ancora troppo presto per saperlo. Come abbiamo visto nel numero scorso parlando di neurochirurgia, tutto dipende da come si adotta la tecnologia, in modo sostitutivo, o supplementare del lavoro umano?

Intelligenza Artificiale in Neurochirurgia

Il nostro cervello è probabilmente la cosa più complessa al mondo: le ultime ricerche parlano di almeno 3.000 tipi di cellule diverse nella nostra zucca, che ricorderete conta 85 miliardi di neuroni ed un numero sterminato di sinapsi. Se siamo lontani dal capire come funziona il cervello, non parliamo nemmeno della mente, che è quella che ci rende umani.

Il tramonto dello smartphone?

Oggi rispondo ai lettori che han chiesto dell’uso dell’IA generativa sul cellulare, difficile, specie quando si usano robot che producono grafica.

Innanzitutto, invito a leggere “Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica” di Juan Carlos De Martin, che spiega bene la rivoluzione tecnologica che ci ha portato questo strumento. È particolarmente utile ricordare che siamo noi i padroni delle tecnologie, come cellulare e IA generativa, e questo significa fare attenzione a chi controlla questi prodotti e specialmente i dati che li attraversano. Data questa premessa, passiamo alle novità.

Il copilota artificiale

Ci sono tanti modi di scrivere software, ed un’infinità di acronimi tra cui destreggiarsi, ma personalmente trovo corretto il concetto di partire dal test dell’utilizzatore, per progettare il codice al meglio. Quali funzionalità offrire, e come deve interagire l’utente affinché sia soddisfatto dell’applicazione che usa? 

Primo innovare

Grande successo per la prima edizione a Boston e New York di Primo Innovare, dove 42N Advisors (www.42n.us), grazie all’ospitalità dei due Consolati d’Italia, ha portato 11 start-up italiane ad incontrare investitori americani. Obiettivo dell’iniziativa era aiutare l’imprenditoria italiana a sfruttare l’ecosistema di queste città, creare contatti con gli investitori votati all’innovazione, e quindi...

Chip e sovvenzioni

Chi legge questa rubrica conosce la mia opinione negativa su sovvenzioni e sanzioni: quando si cerca di drogare il mercato per accelerare o vietare lo sviluppo di una produzione, si finisce inesorabilmente per sprecare tempo e soldi, e fallire l’obiettivo. Dai vaccini, al gas russo, ai chip cinesi, la minestra non cambia.