IL Digitale


Come muoversi su internet – Parte seconda

“Se un prodotto o servizio ti sembra gratis, il prodotto sei tu” è una massima da tenere bene a mente nella nostra frequentazione di internet. Nel numero scorso abbiamo visto il tentativo delle grosse aziende di censurare e limitare il dialogo, un qualcosa che riescono a fare perché ci controllano e ci conoscono molto bene. In questa puntata vediamo alcuni modesti consigli per rendere il lavoro di tracciatura più complesso.

La maggior parte di noi preferisce usare le principali piattaforme FAANG per due motivi: perché così fan tutti e perché è comodo. Quindi, pur esistendo servizi di posta elettronica criptati ed anonimi, e portali e motori di ricerca che non sfruttano i nostri dati come i loro concorrenti più famosi, pochissimi tra noi li useranno. E’ la comodità di usare Instagram, come Whatsapp o Facebook per scambiare immagini, battute, opinioni e ricette con i diversi circoli di amici, che ci frega.

Cosa c’è di più comodo del metter le nostre foto su Google, taggando amici, luoghi e ricorrenze, e poi usare Youtube per guardar dei video e la mail per comunicare? E’ gratis, cosa vuoi di più dalla vita? Se per un attimo state pensando di scappare dal mondo digitale, di chiudere tutti i vostri account e cancellare ogni archivio che le aziende hanno su di voi, lasciate ogni speranza voi che entrate su questo sentiero. Pur permessa dalla legge, l’impresa è quasi impossibile, non fosse altro perché i vostri amici restano su internet con tutte le informazioni che servono per tracciarvi.

“Facebook conosce ogni persona molto meglio dell’FBI” è un altra verità, che vale anche per i suoi concorrenti. Quello che invito a fare riprende da considerazioni di neuroscienze viste in passato. Ognuno di noi ha più ruoli: siamo dediti a qualche hobby, siamo figli, genitori, lavoratori, credenti, e siamo al tempo stesso noi stessi da giovani, da piccoli. Non dobbiamo usare i media per dare un ritratto a tutto tondo di noi, ma possiamo creare tanti personaggi diversi e dipingerci quanto e come ci interessa.

Con nomi, foto, posti, email diverse e specialmente con diversi gruppi di amici, la nostra navigazione di internet diventa un avventura. Non solo non abbiamo nessun obbligo legale o morale nel raccontare ai FAANG tutto di noi, ma abbiamo l’obbligo logico di dire solo il minimo indispensabile e continuare a confondere le idee del grande fratello. Abbiamo visto in passato come nella scelta di un volo o di altro prodotto da siti di commercio elettronico, sia meglio usare un computer per la ricerca ed uno diverso per l’acquisto. Per magia pagherete meno.

Se avete un computer ed uno smartphone, potete creare un profilo diverso per ogni accoppiata computer/browser: il vostro personaggio sportivo usa smartphone e Chrome, quello giovane usa Snapchat e Bumble, quello politico usa il computer ed Internet Explorer e così via.  E mi raccomando, navigando sui social media mettete like e share tanto alle cose che vi piacciono quanto a quelle che non apprezzate, e chiedete ai vostri amici di far lo stesso. Darete una mano alla libertà di parola e non vi troverete intrappolati nelle eco-chamber (quei gruppi dove tutti la pensano allo stesso modo).

Pensate ad un personaggio che avete amato nel corso delle letture o dei film che avete visto: calatelo nel vostro caso e create una persona nuova: vedrete il mondo digitale con i suoi occhi. Non importa che gli spioni vedano il traffico di dati dal vostro indirizzo di casa, perché semplicemente non riusciranno a classificarvi, a capire cosa vi interessa veramente. E se potete rinunciare ad un minimo di comodità, pulite la storia del browser dopo ogni utilizzo, un po’ come lavare i denti dopo i pasti. Toglierete quei “cookie”, quelle briciole di navigazione che gli spioni usano per tracciarvi, e gli renderete la vita più difficile.  

Ci vediamo alla prossima puntata, quando ognuno di voi avrà immaginato tre o quattro personaggi diversi, e vedremo come farli andare su internet.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro