IL Digitale


Oliver Taylor, mistero digitale

Lo studente ventiquatrenne dell’Universita di Birmingham, Oliver Taylor, manda alcune mail al Jerusalem Post ed al Times di Israele per denunciare le simpatie terroristiche di due professori londinesi di origine palestinese, Mazen Masri e Ryvka Barnard.

Le due testate iniziano una ricerca su internet che mostra la presenza digitale di questo studente cicciottello. La sua foto e la sua bio dicono tutto: “studente, barista part-time, attivista politico, durante la settimana studio scienze politiche ed al weekend mi occupo di caffè, facendolo o bevendolo.”

I due giornali pubblicano gli articoli di denuncia di Oliver Taylor ai danni di Masri e Barnard.


Primo colpo di scena: nel 2018 Masri aveva denunciato le attività di spionaggio di un'azienda israeliana, NSO, ai danni di cittadini messicani cui era stato intercettato il cellulare. Come mai uno studente inglese va a denunciare le sue simpatie terroristiche su giornali israeliani? Masri giustamente richiede delle verifiche, le due testate nicchiano, si rivolge a Reuters per andare a fondo.

Secondo colpo di scena: Oliver Taylor è un deepfake, non esiste, tutto falso. Chi c’è dietro a questa foto e bio completamente false? Mistero totale: Reuters scopre il deepfake ma non riesce a capire chi ci stia dietro se non il fatto che Masri non è ben visto in alcuni ambienti israeliani.

Chi vede questa foto non ha motivo di credere sia un falso, mentre un esperto che sospetti il trucco trova un paio di imperferzioni sull’incrocio tra collo e colletto, errori del computer. Ovviamente si usa l’intelligenza artificiale per scoprire questi falsi, ma anche gli algoritmi migliori ci riescono solo nel 65% dei casi. In questo caso siamo arrivati alla scoperta grazie a giornalisti degni del nome di Reuters, ma le prime due testate son state quantomeno superficiali e forse peggio visto che hanno tardato a togliere i post incriminati.

Accusare un paio di persone di terrorismo è un fatto grave, che ovviamente richiede approfondimenti e verifiche, in prima battuta in capo a giornalisti seri, ed in seconda alle forze di polizia. In questo caso il danno è stato minimo, ma è facile immaginare che accuse meno gravi ed articoli di disinformazione non allertino allo stesso modo. Se volete crearvi un deepfake e quindi un alter-ego con cui giocare, potete provare qui https://deepfakesapp.online/ . Buon divertimento!

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