IL Digitale


Contagio digitale e coronavirus

Wang Liming e’ un professore dell’Universita’ cinese di Zhejiang, che negli ultimi giorni ha incendiato i media del suo paese accusando i rappresentanti del Partito Comunista di aver tenuto segreta la trasmissibilita’ del coronavirus per tre settimane, con un post su Weibo prontamente ripreso su WeChat.

I censori comunisti han provveduto a chiarire bene il tema: chi apre bocca ed allarma la gente, finisce male. Per dettagli raccomando https://www.vice.com/en_us/article/g5xykx/you-can-now-go-to-jail-in-china-for-criticizing-beijings-coronavirus-response.

Personalmente conosco solo virus informatici, che hanno tratti simili a quelli veri, ma son molto piu’ semplici da contenere. Innanzitutto il virus informatico puo’ causare qualche perdita economica, ma non ti manda in ospedale o al camposanto. Seguo quindi gli articoli e le spiegazioni di Ilaria Capua, che fa opera eccellente nel farci capire la pericolosita’ e dettagli di questo coronavirus cinese.

Emerge che questo virus non e’ troppo letale, ma altamente contagioso, e come i suoi cugini informatici si espande in modo esponenziale e non lineare. Da un giorno all’altro i casi di contagio possono duplicarsi. Esattamente come i virus dei computer, occorre quindi isolare il paziente malato o sospetto, ed evitare che ne contagi altri due o 14 come riesce a fare questo.

I social media hanno un ruolo ambivalente nella vicenda: da un lato svolgono opera meritoria nel dare rapidamente un allarme che, se avessimo aspettato i comodi del Partito Comunista Cinese, avrebbe tardato ulteriormente. Dall’altro riprendono in chiave peggiorativa quanto appreso sulla peste da Manzoni nei Promessi Sposi: in tutto il mondo stanno iniziando insulti ed attacchi a studenti e turisti cinesi, alla pari dei vecchi appestati. Le universita’ francesi hanno rimandato a casa gli studenti degli scambi internazionali, in Corea e Giappone i turisti hanno vita difficile, ed in Australia una squadra di calcio femminile e’ stata messa in quarantena fino a data da stabilirsi.

Provare a dire che i morti da influenza sono infinitamente maggiori, o comunque cercare di moderare il dibattito, e’ una ricetta sicura per subire attacchi da parte delle centinaia di milioni di virologhi che da sempre frequentano internet, i Competenti dalla C maiuscola. Gli stessi che fino a ieri pontificavano di economia internazionale o cambiamenti climatici, e che normalmente iniziano il lunedi’ da allenatori della nazionale di calcio.

Ma la notizia positiva c’e’: proprio grazie ad internet, vaste reti di ricercatori sono in contatto e condividono la caratterizzazione bio-chimica del virus, il suo funzionamento, e si spera a breve il meccanismo per combatterlo. Maria Rosaria Capobianchi, direttore del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani di Roma, ha preso la staffetta dai colleghi cinesi che avevano mappato il genoma e con la sua squadra hanno portato avanti la diagnostica molecolare e condiviso i risultati con gli laboratori mondiali. Speriamo in bene .

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Francesco Rota (Torino): un millenials
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro