Con l’avvento di ChatGPT l’accesso all’intelligenza artificiale è diventato particolarmente semplice: chiunque può chiedergli di scrivere un articolo, una canzone, o un programma informatico. ChatGPT da solo può fare qualche riga di codice, come conseguenza di quelle precedenti, ma non ha la creatività e l’ingegno di un vero mastro programmatore. Ecco arrivargli in soccorso gli Agenti Autonomi, e la frittata è fatta.
Quando chiedete ad Alexa di suonare un brano, cercate una ricetta, o chiedete a ChatGPT di elaborare un testo o proporre una grafica, l’intelligenza artificiale può fare molto bene quel compito specifico: sbaglia raramente ed è veloce. Se invece gli dite “fammi uno spaghetto alla carbonara”, vi darà la ricetta, ma il resto lo dovete fare voi: prender la pentola, sale, acqua, usare il fornello e poi tutta la serie di azioni (per voi naturali) che arrivano al piatto in tavola. Gli Agenti Autonomi (AA) sono fatti per questo: per partire dal comando e costruire tutto quello che serve per assolvere la richiesta. In pratica, farvi il piatto di pasta per davvero, fino alla spolverata di pepe.
Gli AA sono programmi, basati sull’intelligenza artificiale, che di fronte ad un obiettivo sono in grado di capire quali attività preparatorie servono, farle, crearne di nuove a seconda delle dipendenze, prioritizzarle in modo corretto, e continuare fino a quando il compito è stato portato a termine. In pratica capiscono i passi necessari e si creano gli strumenti richiesti. Gli chef per il momento stan tranquilli con lo spaghetto alla carbonara, perché’ gli AA sono ventre a terra nel conquistare il settore dello sviluppo software, ben più ricco delle cucine dei ristoranti.
Alcuni AA sono fatti per gestire un account di social media, altri per investire in borsa, altri per scrivere libri per bambini: la lista di applicazioni pratiche si espande molto rapidamente, ora dopo ora. Se volete giocarci, cosa che raccomando sempre, guardate AutoGPT, BabyAGI, Octane AI, Jarvis di Microsoft, e vedrete che sulle comunità GitHub il fermento è notevole.
Cosa potete fare adesso, dopo aver letto queste poche righe?
Da un lato potreste creare un AA, affittandolo ad altri cui possa servire il vostro schiavetto elettronico: se siete dei programmatori, lo raccomando. Oppure potete comprarne uno, o tanti, e metterli al vostro servizio, senza doverli in effetti pagare molto. Questa opzione è indicata sia ai programmatori sia a qualsiasi persona voglia semplificarne qualcuna delle attività che fa abitualmente: se scrivete blog, un AA può prendersi carico di tutta la promozione sui social media e della reportistica che vi serve per aggiustare il tiro.
Siamo arrivati al futuro che ho previsto all’inizio di questa rubrica, e come con tutte le innovazioni possiamo lasciare che siano altri a sperimentarle, o buttarci a pesce. È facile immaginare un futuro dove l’adozione di queste tecnologie, se appannaggio di pochi ricchissimi dall’ego immenso, sia fatta in modo sostitutivo del lavoro umano. Scontato che nessun AA o robot abbia piani per le vacanze o necessità consumistiche come noi umani, lo scenario sostitutivo durerebbe poco, il tempo di scatenare una rivoluzione. Meglio quindi avere coscienza e conoscenza diffusa di queste tecnologie, per adottarle in modo supplementare, ovvero perché aiutino ognuno di noi, non per farci sfruttare. Quindi fatevi o compratevi degli AA oggi, dei robot domani, che siano vostri e lavorino per voi, come gli schiavi romani 2500 anni fa.
Casomai aveste inclinazioni woke e foste preoccupati dei diritti dei robot, al non volerli sfruttare, passate all’altro articolo che ho scritto per questo numero.