Musica in parole


Tutti quanti voglion fare il jazz

Tutto esaurito, sold out: sono le parole che organizzatori di concerti e artisti amano sentire, ed è ciò che sta capitando a Torino per tanti appuntamenti del TJF, Jazz Fest 2023.

Segno che il jazz piace ancora - e che i giovani si avvicinano? - che il festival torinese sa coinvolgere, che i nomi in cartellone attirano. Forse un po’ di tutto questo, compresa la voglia delle persone di uscire di casa, di partecipare a eventi dal vivo; una ripresa iniziata lo scorso anno a Torino e nelle altre città sedi dei tanti jazz festival italiani.

Due concerti con Stefano Bollani concludono il TJF il 30 aprile, data della Giornata mondiale del jazz.

Dando un’occhiata al sito del Jazz Day 2023 si scopre la mappa dei luoghi del mondo in cui questa festa è ricordata. Ci prova anche l’Ucraina dove Kiev, stando al programma generale degli eventi, ha in nota di partecipare con una serata dal titolo “Jazz nel rifugio antiaereo”: fotografia della realtà, essendo ora rifugi e metropolitane i luoghi del Paese dove sperare di suonare ancora in sicurezza.

Festa nata per unire le persone all’insegna del jazz, è veramente notevole la quantità di iniziative previste il 30 aprile in una marea di posti in tutto il pianeta. Fare jazz piace.

Piace al Blue Note Jazz Club di New York che festeggia come il Blue Note di Milano dove si brinda anche ai vent’anni di attività; un successo che comprende l’aver registrato tra il pubblico del 2022 un’inaspettata presenza della Gen Z e addirittura un 45,1% di Millennials (dati di Il Sole24 Ore, marzo 2023). Il Club milanese dedica il suo Jazz Day a New Orleans, dove tutto cominciò.

Manco a dirlo, in Louisiana è gran festa con il New Orleans Jazz Fest, che ogni anno in questo periodo coinvolge migliaia di persone per un’immersione nella cultura musicale (e gastronomica) del luogo.

Proprio a New Orleans si formò la Original Dixieland Jazz Band che nel 1917 incise su disco i primi brani della storia del jazz; il successo immediato è dovuto anche a due italo-americani, Tony Sbarbaro e Nick La Rocca che fu fondatore e leader del gruppo. La loro musica mette allegria, ieri come oggi, e ve ne lascio un assaggio qui.

Dagli albori in poi, la musica jazz è in continua evoluzione di stili e sottogeneri e la Giornata dedicata, dove ognuno festeggia a modo suo, lo testimonia.

Ultima nota: alla voglia di fare jazz pare quindi non si resista, come cantavano “Gli Aristogatti” e vi ricordo lo spezzone del film con piacere, a dispetto del bollino rosso della “cancel culture”, l’autocensura Disney che nel 2021 ha tolto il suo cartone dalla sezione film per bambini, reo di veicolare messaggi razzisti raffigurando Shun Gon, caricatura di un asiatico micio-musicista. Il brano è famoso, risentitelo e riguardate il video dove il gatto suona con le bacchette e come gli altri della band trasmette felicità perché “Tutti quanti voglion fare il jazz”.


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In questo numero hanno scritto:

Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro