IL Digitale


Intelligenza Artificiale Moderna

Nel weekend successivo alla pubblicazione del genoma del Covid da parte dei ricercatori cinesi a gennaio 2020, una piccolissima azienda bostoniana ha progettato il vaccino che dopo gli adeguati test FDA è diventato uno dei primi (insieme a Pfizer) e più efficaci rimedi per battere il virus. A differenza delle più grosse multinazionali farmaceutiche ricche di macchinari, laboratori, scienziati e capacità finanziarie, Moderna aveva...

... investito dal 2014 in un motore di intelligenza artificiale che disegna nuove molecole messenger RNA (mRNA). Con questo strumento e la mappa del virus, i pochi scienziati dell’azienda hanno progettato la molecola che avrebbe fregato il virus, e poi da lì s’è trattato solo più di seguire i protocolli FDA ed organizzare la produzione ed infialamento.

Dave Johnson è il Chief Data and Artificial Intelligence Officer (CDAIO?) di Moderna, un fisico informatico senza particolari competenze cliniche, di biologia o virologia. È specializzato in statistica bayesiana ed ha fatto ricerca in meccanica quantistica prima di approdare in Moderna. Il problema che ha risolto prima del virus è quello di velocizzare la creazione di nuove molecole mRNA, in modo da consentire ai colleghi medici e biologi di testarne l’efficacia prima della concorrenza. Con questo motore di intelligenza artificiale sviluppato nei sei anni precedenti al virus, Moderna è passata da produrre 30 mRNA al mese ad oltre mille, e contemporaneamente ha migliorato la qualità delle molecole impedendone la degenerazione.

In questi sei anni i colleghi informatici e clinici della piccola azienda hanno lavorato assieme per capire il processo di sviluppo di una nuova molecola e per ricrearlo nel formato digitale. Questo progetto ha consentito di prendere alcune specifiche attività ripetitive, e darle in pasto a dei robot che le eseguono nello stesso identico modo migliaia di volte al giorno, mentre se fossero nelle mani di persone sarebbero svolte in modo leggermente diverso e solo una o due volte al di’. È questo enorme aumento di produttività nello sviluppo di nuove molecole che dà modo ai pochi scienziati Moderna di capire cosa e come sviluppare in presenza di un virus o batterio nuovo, prima dei concorrenti più grandi.

Il punto chiave è che il robot aiuta solo in un ambito veramente minuscolo, quindi è impossibile sviluppare un algoritmo che predica l’intera struttura di una molecola e la sua efficacia clinica, ma si può creare un insieme di molti robot dedicati ad attività specifiche che, di concerto con il lavoro umano, ne aumentano la produttività in modo notevole. Il trucco sta nell’entrare nel dettaglio delle cose e sviluppare un algoritmo per ogni specifica attività che sia ripetitiva.

Moderna non è un’azienda farmaceutica come Pfizer, Astrazeneca o Sanofi, ma un’azienda digitale. È interessante leggere come considerano l’equivalenza tra software ed istruzioni per la riproduzione e crescita delle cellule: l’mRNA è visto come un programma informatico. Raccomando di dare un occhiata qui e poi riflettere su come qualsiasi azienda possa essere trasformata in meglio dalla giusta metafora digitale.


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