Faccio finta di non notare lo sbaffo marrone che una mano disattenta gli ha lasciato proprio in prima pagina. Qualcuno è già stato lì, ma non voglio rovinare il momento di estatica beatitudine con inutili paranoie. Chiamatela negazione, mi sta bene. Io la chiamo pace mentale.
Con il cervello ancora sottochiave e le narici appena stuzzicate dall’aroma del 100% arabica perfettamente tostato, vengo indirizzato ad ampi cenni dal mio amico formato cartaceo sulle notizie del giorno. C’è chi riesce a passare con automatica disinvoltura da una notizia all’altra senza nemmeno leggere. C’è addirittura chi adotta lo stesso principio ma partendo dal fondo. Costoro rappresenteranno per me sempre un enorme punto interrogativo, ma niente in confronto a chi riesce a rimanere impassibile di fronte a notizie come questa: 33 radiotelescopi distribuiti in 5 continenti hanno triangolato il loro raggio d’azione e fotografato una perturbazione dello spazio tempo generata dalla fusione di due stelle di neutroni... cioè, avete capito di cosa stiamo parlando? Un getto di materia espulso nello spazio interstellare a una velocità prossima a quella della luce, uno degli eventi più violenti dell'universo avvenuto a circa 130 milioni di anni luce dalla Terra e noi l’abbiamo captato. Mica male.
La signora dietro di me deve avere una certa fretta di farmi alzare perché è da un minuto circa che mi martella sulla nuca col gomito. Io sono rapito dalla notizia e forse a questo punto anche un po’ intontito dal martellamento. Non intendo rispondere alla provocazione. Ordino un altro caffè. Il ragazzo al tavolo accanto invece sta leggendo la pagina sulla giornata di campionato. Butto un occhio, lui scuote la testa. Ricordo il caso in questione, rigore non rigore, episodio lampante, l’avrebbe visto anche la signora qui dietro col gomito assassino.
Siamo stati in grado di coordinare ben 33 telescopi nei 5 continenti per catturare un evento avvenuto a distanza siderale dalla Terra, mentre un manipolo di arbitri e collaboratori non è stato capace di distinguere un fallo di mano da uno stop di petto. Per darvi un’idea, servirebbero circa 17.700 anni per percorrere la distanza di 1 anno luce alla velocità di 61.000 km/h. Chiedete alla sonda Voyager se non ci credete, è lì dal ‘77 e praticamente è come se non si fosse mai mossa. Il Signor Arbitro invece, che doveva coordinare solo se stesso a 20 cm dal teleschermo è andato miseramente in panne.
Non siamo soli nell’universo, siamo soli nelle nostre misere domeniche, derelitti e abbandonati alla nostra cieca fede calcistica, di qualunque colore essa sia. La vita là fuori è dappertutto, ma non c’è vita intelligente sulla VAR. La signora ha desistito, io mi alzo e con un cenno di sopracciglio mi congedo d’intesa dal mio compagno sfogliabile. E al prossimo sabato.