Vita d'artista


"La nona ora" di Papa Francesco

Prima che il Coronavirus ci cambiasse l’orizzonte visivo, era balzata agli onori della cronaca l’opera di Maurizio Cattelan intitolata Comedian, cioè la banana attaccata sul muro con il nastro isolante, esposta ad Art Basel Miami e subito venduta per $ 120.000.

Sono state profuse molte parole sull’argomento, si è gridato allo scandalo. Io, se penso a Cattelan, penso a un artista colto e di buona finezza intellettuale.

Già nel lontano 1917 Marcel Duchamp presentando il primo dei suoi ready-made, l’orinatoio dal titolo Fontana, subì le stesse critiche per una provocazione ad oggi insuperata sul ruolo dell’arte e dell’artista. Cattelan è nel suo stesso solco: reinterpreta l’icona della famosa cover di Andy Warhol per i Velvet Undreground e riutilizza lo stesso tipo di nastro con cui appese il gallerista Massimo De Carlo in una delle sue prime mostre presso la galleria milanese. Comedian è un coup de théâtre.

Ricordo bene quando, vent’anni fa, vidi per la prima volta La nona ora: Cattelan aveva messo in scena in modo assolutamente realistico un Papa Giovanni Paolo II abbattuto da un meteorite. Quest’opera, tragica e intensa, pensando anche solo a Papa Francesco in una deserta piazza San Pietro, racchiude in sé molto dell’oggi, e pur con la grande ricchezza di riferimenti al Barocco mi sembra attualissima.

Cosa abbiamo perso in questi venti anni? La libertà di pensare con arditezza a un linguaggio più compiuto e universale, per inseguire la vanità del mondo.


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