Notizie dagli USA


La Sanità tra pubblico e privato

Negli Stati Uniti 29 milioni di persone non hanno l’assicurazione sanitaria, vuoi perché non coperti dal datore di lavoro, dallo stato o perché non hanno i soldi per comprarla. Ogni anno oltre mezzo milione di aziende e liberi professionisti falliscono a causa...

... di spese mediche che non hanno potuto pagare. Al contrario delle leggende da social media, per cui se non paghi muori, ogni paziente viene debitamente curato a prescindere da assicurazione o carta di credito. Subito dopo però, o paghi o fallisci, e magari ti pignorano casa ed azienda.

In America spendiamo quattromila miliardi di dollari all’anno in sanità, ben più del doppio rispetto all’Europa e con risultati peggiori. Questo perché  il 25% della popolazione evita i check-up preventivi e rimanda visite e cure fino a quando la patologia non diventa grave: a quel punto è spesso troppo tardi. Quando è arrivato il Coronavirus, questo sistema sanitario già impallato è andato in crisi.

Al 10 di agosto abbiamo oltrepassato i cinque milioni di contagiati e 150.000 morti, che sembrano pochi se uno non considera la percentuale impressionante di decessi tra la popolazione nera ed ispanica. Tra le diverse ragioni che hanno portato a questo record di contagi, l’assenza di una regia ed una comunicazione chiara da parte di Washington, e la mancanza di una tracciatura efficace, sono sul podio dei colpevoli. Da mesi testiamo in modo preciso ma lento chi si è già ammalato, e non riusciamo a controllare i possibili contagiati con i test rapidi disponibili in altri paesi. Perché?

Perché in America la salute oggi non è un diritto.  È una comica: fu Franklin Delano Roosevelt ad inserire il diritto alla salute nella bozza del secondo Bill of Rights del 1944, ma il testo non arrivò al documento finale. Sua moglie Eleanor invece lo portò alle Nazioni Unite e da li sviluppò la dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR) che tutti gli altri stati accolsero. L’Articolo 25, ovvero il diritto alla salute del UDHR, è stato recepito e tradotto in pratica dagli altri paesi che hanno introdotto il sistema sanitario universale, in America no.

Il Coronavirus è stato molto utile a dimostrare i tanti punti di miglioramento della sanità americana: dal controllo del prezzi dei medicinali, alla trasparenza delle fatture ospedaliere ed assicurative, alla necessità di fare medicina preventiva. In tutti questi casi il repubblicano Trump s’è scontrato contro le lobby che vogliono cronicizzare e spremere ogni paziente come un limone. I candidati “socialisti” che han perso la corsa alle primarie, specialmente Sanders, Warren e poi Yang, hanno ragione a ribadire che le loro proposte erano corrette.  Vedremo cosa faranno gli amici del BigPharma.

Dopo lunga esperienza diretta dei sistemi sanitari italiano, inglese ed americano, guardando da questa parte dell’oceano cos’è successo in Italia con il virus, mi sento di dire che la sanità italiana merita molti più ringraziamenti ed investimenti di quanto si veda.

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Zafferano

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