Notizie dagli USA


Economia Comportamentale vs. Coronavirus

Nei numeri precedenti abbiamo visto che il consumatore americano è poco razionale. Durante il lockdown da Covid sono sì cresciuti i risparmi, ma i dollari sono finiti specialmente su alcolici, su ogni ben di Dio ingeribile e in fuochi d’artificio. Sulle spiagge americane...

... fiumi di birra alimentano il dibattito tra lasciar proseguire la ripresa economica ed il richiudere per controllare la diffusione del virus. Gli scienziati si disperano, partendo da Fauci: "alcuni stati hanno riaperto troppo velocemente".

Peccato non ci sia un limite di velocità per la ripresa economica, non ci siano ricette da seguire, non sia possibile prevedere la reazione della gente. Sul solo uso della mascherina ci son già state diverse  scazzottate: specialmente i repubblicani la interpretano come un consiglio che si può accettare o declinare, e rivendicano la propria libertà non indossandola.  Pare non siano minimamente influenzati dalle immagini truculente degli ospedali, dalle testimonianze drammatiche in TV.

Personalmente ho incontrato una decina di medici che a marzo, all’inizio del contagio a Boston, pur sapendo cosa succedeva in Italia ed avendo visto video terribili dagli ospedali cinesi, andavano in corsia senza protezioni adeguate. Chiedendogli se erano idioti a non indossare la mascherina e la visiera nonostante l’evidenza, le risposte variavano tra il dare la colpa all’ospedale ed il pensare che a loro (giovani) non avrebbe causato grossi problemi.  Come si può essere così imbecilli? Domanda spontanea.

Una risposta ci viene dalla behavioral economics (economia comportamentale) di cui potete leggere qui e qui.  In pratica si tratta di far leva sui fattori che motivano la gente nel profondo, più che offrire dati e tabelle o anche video raccapriccianti. Ognuno di noi è pronto ad aiutare il prossimo, e ci piace essere protagonisti delle nostre decisioni più che esser guidati da qualcun’altro.  Per questo motivo è più efficace un messaggio che ci renda partecipi di un attività di tracciatura, piuttosto che ci informi che il test è gratis e quindi lo dobbiamo fare.

I comportamenti necessari sono chiari: indossare la mascherina quando entriamo in contatto con persone di cui non sappiamo il grado di contagio, tenere una distanza adeguata, lavarsi le mani, evitare i luoghi chiusi ed affollati, comunicare se si è entrati in contatto con malati piuttosto che se si riscontrano sintomi.  Nessuna di queste azioni è in qualche modo lesiva della nostra libertà, impegnativa in termini di fatica o tempo, tantomeno costosa. Perché non farlo e basta?

È ovvio che se il dibattito politico rende la mascherina un argomento fazioso, oppure se il comunicare di essere stati in contatto con un sospetto ci chiude in quarantena coatta per due settimane, allora il grado di compliance, di rispetto delle indicazioni, diminuisce.  Il Covid, alla stregua di una condizione cronica come il diabete o il colesterolo alto, richiede un opera di convincimento efficace sulla popolazione. Il tutto parte da un informazione semplice, senza controversie e ben visibile. Non c’è spazio per fake news o fake truth, nemmeno per faziosità di campo. Col colesterolo stai attento alla dieta, col Covid al contagio, è semplice: facciamolo e basta.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Laura Dolci (Torino -> Boston): un'italiana in America, Marketing Intern & Student
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Pupi18054216 (Genova): linguista resistente. Libera pensatrice
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro