Il Cameo


Sul grande terrazzo è arrivato un corvo. E la guerra continua

Ogni mattina al risveglio controllo su iPhone 7 l’ora dell’alba, oggi sarà alle 6,11. Vado ad attenderla sul grande terrazzo. Innaffio le amate piante officinali, uso poca acqua, cerco che neppure un goccio finisca sulle foglie. Ne gradiscono poca, e solo sul terriccio.

Stamani sul terrazzo c’era un magnifico corvo, un evento molto raro. Dove sarà la coppia di gabbiani reali che vivono con noi, e ci fanno da gendarmi verso le minacce dal cielo? Oltre che il tetto, ove hanno il nido, considerano il terrazzo una loro proprietà. Ma non ci sono.

Ieri sera mi ero addormentato senza riuscire a ricordare il nome di chi aveva scritto questa frase “… la menzogna doveva essere trasformata in verità, attraverso la verità della finzione”. E’ qualche anno che ricordo frasi, spesso bellissime, senza ricordare il nome di chi le ha scritte. E’ una frase kafkiana, ma non è di Franz Kafka.

Da quando c’è la Guerra, il mio mondo interiore è cambiato, sono spesso mentalmente stanco, l’acufene della “mia” bomba di Aulla del maggio Quarantaquattro è sempre lì, implacabile. Così, il senso di vuoto che è in me, lo è in continuazione, una specie di rullo di tamburi che continua all’infinito, mai che arrivi il salvifico gong a darmi tregua. Lo ritrovo, a volte, negli spezzoni di sogni che il risveglio mi riconsegna. Mai che riesca a ricomporre il sogno. Così il gioco di voci dei personaggi secondari, che nel sogno mi parevano vividamente umani, non li ritrovo. Era un sogno meraviglioso il mio, ma i singoli componenti, al mattino, si sono rivelati finti, sciatti.

Solo il corvo, dal mantello di un nero luccicante, è reale. E’ lì, sul grande terrazzo rivolto verso la Corsica, il terrazzo delle piante officinali, delle piante grasse, dei tre bonsai. E’ lì, dove non dovrebbe essere. Non mi teme, sono io che non vado verso di lui per timore che voli via, ma al contempo vorrei che se ne andasse. Lo rispetto, ma non lo voglio vedere. Rivoglio la “mia” coppia di gabbiani reali, dal mantello bianchissimo, un bianco in purezza che noi umani abbiamo solo con i denti di latte, caduti quelli dobbiamo attendere la tardissima età per ritrovarlo nei capelli.

Fra pochi giorni, il 9 maggio, saranno passati 79 anni da quel feroce bombardamento. Il 25 mi hanno invitato a parlare, via Zoom, con i ragazzi delle scuole medie di Aulla. Lo farò con immenso piacere.

Sono le 7, il sole è già alto, i gabbiani reali hanno ripreso il possesso del terrazzo, la legalità è stata ripristinata. Il corvo è scomparso. Leggo sul quotidiano fresco di stampa: la Guerra continua.

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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro