Calle, papaveri e iris

Ho sempre avuto difficoltà ad accettare di partecipare a mostre delle donne, sulle donne o sulla creatività al femminile, perché le ho sempre ritenute ghettizzanti e forse anche un po’ offensive. Intanto perché il “genere” (maschile-femminile) è una dimensione primaria che dichiara, anche in arte, una differenza a priori, e là dove queste esibizioni parrebbero rappresentare un impegno, in realtà sottolineano l'evidenza, e con essa una sottile marginalità. Oltre a ciò vi è il  presupposto che la propria identità -  e il rendere pubblica la propria parola, lettera o opera artistica legandola ad essa - possa vivere solo all'interno di una atmosfera omogenea e ad hoc, perché non abbastanza matura per nuotare altrove e più lontano.

Ogni volta che leggo di...

Il circolo del femminile

Ricordo benissimo le riunioni delle “donne” del collettivo femminista di mia madre… che era assolutamente variegato dal punto di vista sociale, religioso o di provenienza. Lei partecipava entusiasta perché raccontava a queste signore del Circolo di Via Osoppo a Milano cose che non aveva mai detto a nessuno. Produssero infine una serie di “quaderni” in cui si erano cambiate il nome per non...

La brutalità dei fatti

Accostarsi all’opera di Francis Bacon, grande artista inglese del Dopoguerra che condivise la scena artistica londinese con Lucien Freud, non è mai facile. Il suo lavoro resiste ad ogni definizione, e non a caso per lui la pittura ha la capacità di “agire direttamente sul sistema nervoso centrale” in una sorta di corto circuito in cui la mente smette di ragionare, non interpreta più e risponde in modo emotivo.

Serie A, B, C...

A proposito di arte contemporanea, sono incappata in una delle tante polemiche che imperversano sul web e nelle mailing list degli addetti ai lavori, tutti ormai un po’ âgées (i giovani artisti e i giovani critici, per disinteresse o per prudenza, non partecipano a tali dibattiti). I nomi dei protagonisti della polemica non importano, tanto le due trincee sedicenti avversarie sono le stesse da decenni.

Il primo fronte sostiene che il successo in arte è il risultato di una...

Passerelle

Qualche tempo fa sono state trasmesse online alcune delle passerelle più particolari della settimana della moda. Mi ha colpito soprattutto la Maison Dior, che ha assoldato Peter Doigh, uno degli artisti più apprezzati della Young British Art (anche se ormai sono oltre lo "young" ) per ispirare la nuova collezione. Doigh è un artista che apprezzo, è un pittore piuttosto...

Il confuso risveglio dei Belli Addormentati

Stiamo vivendo una strana fase di questa crisi pandemica: il difficile e lentissimo ritorno alla normalità. Non che le incognite e le paure si siano dissolte, anzi. Vedo comportamenti piuttosto irrazionali, soprattutto da parte dei giovani: l’anno vissuto, o meglio trascorso tra le pareti domestiche li ha privati di una sana  joie de vivre, facendoli inconsapevolmente regredire nell’infantilismo e in una pigrizia indolente, da Belli Addormentati. La loro unica finestra sul mondo è...

Nella terra di nessuno con Richter e Kiefer

Theodor W. Adorno scrisse nella Dialettica negativa che “dopo Auschwitz nessuna poesia, nessuna forma d’arte, nessuna affermazione creatrice è più possibile. Il rapporto delle cose non può che stabilirsi che in un terreno vago, in una specie di no man’s land  filosofica”.  Come concepire dopo la scoperta delle dimensioni degli orrori connessi al nazismo l’idea stessa di arte e di bellezza? Il grande sforzo della Germania nella seconda metà del Novecento è di certo stato non quello di cercare di dimenticare ma quello, invece, di ricominciare daccapo all’interno di una revisione totale, anche se...

Muselmann o della memoria

“Nella vita d’eccezione, in questa strana vita portataci dalla guerra, c’è molto molto del comune, perché gli uomini in genere rimangono quello che sono”. Aldo Carpi, Diario di Gusen, 27 febbraio 1945

Aldo Carpi, titolare della cattedra di  Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, a causa di una delazione di un collega, viene arrestato dai fascisti una mattina del 23 gennaio del 1944, nella frazione di Mondonico, a Olgiate Calco in Brianza, dove era sfollato con la moglie e i cinque figli. Da San Vittore viene deportato prima a Mauthausen e poi nel  suo più tragico “Kommando”, quello di Gusen, dove conosce anche...

Il Père-Lachaise

Nell’ultimo scorcio di anno, e all’inizio di questo, siamo stati tutti a casa, l’unico triste movimento fatto, ma non credo di essere l’unica,  è stato quello di andare più volte al cimitero. Certo, il fatto di potere dare un ultimo saluto alle persone care è certamente un passo avanti rispetto al primo lockdown… 

Trovo i cimiteri dei luoghi interessanti e che spesso meritano una visita: alcuni, come quello di Venezia sull’isola di San Michele, sono così densi di storia, che diventano una tappa obbligata di arte e di cultura.  Passeggiando tra le tombe...

Perché i giovani non protestano contro la DAD?

Gerhard Richter dice ne La pratica quotidiana della pittura - una raccolta di testi e interviste a cura di Hans Ulrich Obrist riguardante il nostro massimo pittore vivente - che è impossibile insegnare la pittura… e lo dice proprio da professore dell’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf quando lì insegnava, prima che diventasse immensamente famoso. Poiché molti artisti considerano l’insegnamento una rispettabile occupazione che ben si concilia con la pratica artistica (e con i rovesci del destino), le accademie hanno sostituito da almeno un paio di secoli...