«Sull’agora, qui in folla chi attendiamo?»
«I barbari che devono arrivare»
Kostantinos Kavafis (1863-1933)

Il primo chiostro di "Idea" è sardo
Una settimana dopo l’ufficializzazione di IDEA si è tenuto a Genova, organizzato da un giovane imprenditore sardo, Pierpaolo Melis, il primo Chiostro* di approfondimento e di meditazione su questo innovativo modello organizzativo (innocente) caratterizzato da sette parole chiave (delega, selezione, formazione, leadership, controllo, tabernacolo, armonia) declinate in modo non convenzionale.
Entusiasmante che sia stato un giovane imprenditore a voler organizzare il primo Chiostro. Durante il Grand Tour fra l’Italia e la Svizzera italiana mi aveva molto colpito che dei duemila coinvolti, in presenza o in streaming, oltre il 60% fossero giovani, e che negli approfondimenti si dimostrassero molto più interessati rispetto alle generazioni precedenti, entrati anzitempo nella “dimensione difesa”, tipica dei comportamenti organizzativi degli adulti.
La battaglia sui medicinali
Tra le tante promesse elettorali di Trump, quella fatta insieme a Robert Kennedy Jnr. di abbassare il costo dei medicinali, ed in generale della salute, era sicuramente sul podio di quelle più apprezzate. Noi paghiamo i medicinali tra tre e cinque volte quanto pagate in Italia, ma viviamo dieci anni in meno, cosa che infastidisce milioni di americani. Per voi lettori sembra assurdo, ma quando perdi milioni di pazienti perché non possono fare medicina preventiva, o perché si auto-riducono l’insulina che costa troppo, quando spendi $50.000 per una dosa di chemioterapico, o $1800 per un elettroencefalogramma che in Italia costa $70, è difficile stare calmi. Se poi vedi miliardi sprecati in guerre lontane, la pressione sanguigna s’impenna oltre i livelli di guardia.
La guerra richiede leader adatti alla guerra
Ragazzi, ci siamo
Cibo o salute? Il drammatico dilemma delle renne sami
Il politically correct sta precipitando nel pensiero unico
La mancanza di recensioni negative, specchio della nostra cultura
Il migliore articolo dell’estate è del Post e riguarda la banale vicenda delle recensioni culturali. Il titolo è già il tema: “È tutto bello o bellissimo”. Di fatto, nota l’articolo, le recensioni negative in ambito culturale non esistono quasi più. Per quanto riguarda la musica, per esempio, nel 2018 il sito Metacritic presentava solo il 16% di recensioni che stimassero i prodotti meno di 70/100.
Il guaio SB53
Fino ad oggi le multinazionali americane del digitale, coi CEO con la felpa abbronzati dal sole californiano, erano riuscite a bloccare qualsiasi tentativo di legislazione dell’intelligenza artificiale a Washington. Due le considerazioni in gioco: quella logica e pacifica per cui e’ inutile regolare in modo bizantino una tecnologia che si evolve rapidamente, e quella barbina ed egoista dei padroni che vogliono assicurarsi di sfruttare ogni bit che gli passa sotto le grinfie rapaci.
La generazione della cura
Siamo la generazione della cura. Non perché l’abbiamo scelto, ma perché è ciò che ci resta quando il tempo si allunga e le certezze sul futuro si restringono. Viviamo in mezzo, tra genitori che invecchiano sempre più e figli fatti tardi che trovano la loro strada ancora più tardi.
Siamo imbevuti nella fiducia e del benessere di quando eravamo giovani, temprati dalla crisi permanente in cui siamo maturati. L’ascensore sociale era ben oliato e credevamo nel mito del progresso continuo, di un mondo piatto di benessere. Poi tutto si è inceppato.
Big Luciano
Luciano Pavarotti nasceva il 12 ottobre 1935 alla periferia di Modena. La madre era un’operaia e il padre un fornaio con la passione per il canto lirico. Tenore dilettante, papà Fernando possedeva una nutrita raccolta discografica le cui incisioni ascoltava insieme al figlio, trasmettendogli l’interesse per il belcanto italiano; lo coinvolse anche nell’attività della Corale Giochino Rossini, il coro della loro città.
La battaglia di Anghiari
“Nella sala del Consiglio della Signoria fiorentina rimane una battaglia e vittoria sui milanesi, magnifica ma sventuratamente incompiuta a causa di un difetto dell’intonaco che rigettava con singolare ostinazione i colori sciolti in olio di noce”.
Paolo Giovio, 1523
La paradossale e tragica capovolta di Ofelia
Il rifiuto da parte di Amleto, la follia, la morte per annegamento: questi sono gli elementi per i quali è nota ai più Ofelia, uno dei volti femminili più celebri del teatro shakespeariano.
Ritenuta personaggio secondario nella trama dell’Amleto, Ofelia è un personaggio, tuttavia, che vanta una profonda tragicità e una complessità psicologica che a lungo hanno destato domande nei critici e negli esperti della materia. Come si comporta veramente Ofelia nei riguardi di Amleto? Quali sono le vere cause della sua perdita di senno? Si uccide o si lascia morire?
Scuola: un viaggio umano condiviso
La scuola, sin dalle sue origini, è stata concepita come il luogo della trasmissione del sapere. Tuttavia, ridurla a una semplice istituzione didattica significa fraintendere la sua natura più profonda. Definirla un’“avventura di relazioni” significa cogliere la sua dimensione più autentica: un cammino condiviso in cui studenti, docenti e comunità educante si trasformano reciprocamente. In un’epoca in cui la comunicazione digitale tende a sostituire il contatto umano, riscoprire la centralità della relazione educativa è una sfida decisiva per restituire senso all’esperienza scolastica e all’apprendimento. L’essere umano è, per sua natura, un essere relazionale.
Achille, adulto a 4 anni
Achille, 4 anni, bussa al mio ufficio: “Posso entrare?”
“Prego, vieni.”

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