La più intellettuale e internazionale delle fiere italiane appare però aldilà della grancassa, un po’ stanca a quanto pare, e altre fiere satellite come Flashback invece hanno particolarmente colpito i visitatori.
L’atmosfera frizzante e tutta la città di Torino ha dalla sua che fa uno sforzo sempre eccezionale dal punto di vista delle idee e della creatività, tra premi e novità, Luci d’Artista, e per citarne solo alcuni, spazi esterni come le Gallerie di Italia con l’Underground Cinema, il Museo Regionale di Scienze Naturali con Objects in Mirror Might Be Closer Than They Appear di Julian Charrière e Julius von Bismarck e ovviamente la Fondazione per l’arte Sandretto Re Rebaudengo con “Hearsay” curata da Bekhbaatar Enkhtur. Non vi è dubbio che tutto in quei giorni a Torino fa quadrato con la fiera.
Onestamente sono anni che non vado, anche se ho partecipato con le mie opere a molte edizioni: credo che ormai ogni proposta di questo tipo, anche la più elegante, mi fa perdere qualsiasi curiosità, anzi mi pare emani sempre più una sottile violenza, perchè ci vuole tutti simili, adatti allo scopo, in balia dell’omologazione e dell’immediatezza: nessuna alterità è possibile. Per dirla come Byung-chul Han, al posto della redenzione … il ricavato. Perché ormai, come in ogni splendida confezione, il contenuto è costretto a scomparire, e quindi cosa c’è da mai contemplare, in uno spazio anonimo e freddo, se non il vuoto? Un vuoto di idee e di contenuti a cui ci costringono da anni.
E’ un certo senso di distacco quello che mi accompagna nella mia passeggiata domenicale sul lago di Lugano, in mezzo ai boschi, ai colori dell’autunno e alle foglie che cadono leggere… e il mio passaggio le sposta, con un piccolo fruscìo, attutito. Il mio sguardo riposa, in mezzo alla dolcezza della natura, agli odori, al lago, all’autunno delicato e carezzevole, vi è pace, quiete. A quanto pare anche a Torino fa bello, non è piovuto, come sempre gli ultimi anni, durante la fiera.
“Non voglio altro che dipingere la bellezza dell’aria” andava ripetendo Claude Monet, e da quel momento il mondo ha preso per lui, o grazie a lui, tutta un’altra consistenza.