Nella storia un guardiacaccia porta a casa una volpe che però, giocando d’astuzia riesce a fuggire e a tornare nel bosco dove era stata catturata. Qui l’animale incontra un bellissimo maschio di volpe e i due si sposano; grande è la festa tra gli animali della foresta e la coppia è poi rallegrata dalla nascita di parecchi piccoli.
La volpe, astuta, sfugge ancora a una tagliola del guardiacaccia ma alla fine anche lei non riesce a sottrarsi al suo destino e finisce uccisa dal fucile di un bracconiere.
Nel finale, il guardiacaccia ormai vecchio girovaga nel bosco, si ferma, si addormenta e in sogno rivede una piccola volpe che è “uguale alla mamma”, la vecchia volpe che non c’è più. Il ciclo della vita continua.
La musica sostiene tutte le parti del racconto nell’esprimere lo scorrere del tempo, la fatalità della vita e i caratteri dei personaggi, animali e umani; vigorosi passi orchestrali contrassegnano le persone mentre un tratto più fanciullesco è riservato agli animali, come il coro voci bianche dei cuccioli di volpe. Danze popolari slave, ceche e magiare punteggiano la fiaba.
Come disse il musicologo Massimo Mila, la partitura nel suo insieme rappresenta in musica “un ininterrotto mormorio della foresta”.
La prima messa in scena dell’opera avvenne a Brno il 6 novembre 1924.
Janáček non poteva immaginare che le sue note ispirate ai disegni, ai disegni sarebbero tornate: quelli di un film d’animazione prodotto dalla BBC nel 2003 di cui trovate alcuni frammenti in questo video.
La tenera storia della volpacchiotta furba, favola in musica per bambini e adulti.