Vita d'artista


Passerelle

Qualche tempo fa sono state trasmesse online alcune delle passerelle più particolari della settimana della moda. Mi ha colpito soprattutto la Maison Dior, che ha assoldato Peter Doigh, uno degli artisti più apprezzati della Young British Art (anche se ormai sono oltre lo "young" ) per ispirare la nuova collezione. Doigh è un artista che apprezzo, è un pittore piuttosto...

... espressionista, anche se il termine è un po’ vetusto e non combacia  con la realtà contemporanea. Di fatto la sua opera, tra scenografie e vestiti “graffiati” dalla sua pittura è stata assolutamente dominante nella sfilata, ne è stata il leitmotiv. L’effetto era straniante: non era chiaro se si doveva  guardare un quadro da indossare o un vestito da contemplare come quadro. E’ un errore lasciarsi andare alla tentazione di vedere la propria opera in una dimensione immersiva.

Ho pensato invece alla grandezza di Sonia Delaunay, artista eclettica dei primi del Novecento che con le sue creazioni simultanee aveva cambiato la moda parigina. La stessa Coco Chanel era sua fervente ammiratrice. Sperimentatrice instancabile, applicava le sue idee sia nella pittura che sui tessuti ed essendo lo stile degli anni Venti piuttosto semplice nel taglio, le sue composizioni  simultanee dai forti contrasti di colori brillavano per novità e gusto.

Creò la Casa Sonia a Madrid e l’Atelier simultanée a Parigi, riscuotendo successo tra intellettuali come Apollinaire e registi come Diaghilev. Nel suo caso, non vi era uno smottamento verso altre dimensioni,  piuttosto un tutt’uno con la sua arte, che fioriva in dimensioni diverse nel piacere di composizioni aperte alle nuove frontiere della moda e del design.

Ricordo che da giovanissima, studente all'Accademia di Brera, fui chiamata per un lavoro: era una sfilata di moda per la collezione Uomo di Valentino: dovevo fare a pennarello dei semplici disegni su Forex, il cui tema erano le colombe. I modelli entravano in finale , con i cartelli da me disegnati con il  simbolo  “della pace”: era l’epoca.  Fu un’esperienza insolita, Valentino passò per verificare l’andamento dei lavori, al braccio di un giovane amico, con il suo carlino. Rimasi sconcertata alla fine del mio lavoro nel vedere tante beltà maschili e mascellute riposare abbandonate sulla linea del muro mentre percorrevo la strada verso l’uscita. Pensai che tanta bellezza maschile tutta insieme era una cosa nuova, alla fine quasi stucchevole. Pensai che più che Vitelloni, erano vitelli : nasceva una forma nuova di uomo, l’uomo oggetto.

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Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro