Tecnosofia


L'alleato digitale

Secondo Luciano Floridi, filosofo dell'informazione dell'università di Oxford, l’intelligenza artificiale è riproduttiva e non cognitiva. Non guarda avanti, non indaga, non fa congetture, ma fornisce la migliore deduzione possibile dai dati a sua disposizione. In alcuni contesti lo fa con velocità e completezza inarrivabili per l’umano, e con il crescere delle capacità di calcolo e il moltiplicarsi dei dati a disposizione sarà sempre più così.

Per quanto si sprechino le previsioni sul fatto che l’intelligenza umana un giorno sarà superata dalle macchine, l’intelligenza artificiale oggi non è una alternativa a quella umana se non per il fatto che, in alcuni ambiti, consente di riservarla a congetture più alte che riguardano la nostra coscienza, il libero arbitrio, la presa di decisioni, la nostra volontà. In sostanza l’IA oggi svolge bene compiti come fa la lavatrice, che pulisce bene i panni senza nulla sapere di igiene.

Vedremo moltiplicarsi gli agenti di IA nella nostra vita quotidiana: nella domotica, nella gestione della salute degli anziani a distanza, nell’organizzazione di spedizioni di merci, nei trasporti, nella profilazione delle nostre diete, ecc.

Ma il luogo ideale in cui presto arriverà uno straordinario agente di IA personale siamo noi stessi. Con questo alleato digitale si realizzerà quel connubio umano-digitale, che ci renderà migliori e più produttivi per noi e per gli altri. L’alleato digitale sarà nostro, da proteggere al pari della nostra mente, prezioso erogatore di funzioni e informazioni per il nostro bene innanzitutto.

Quali?

Grazie a sensori wearable, l’alleato conoscerà il nostro stato fisico, emotivo e mentale, ci ascolterà per avere informazioni su quello su cui siamo impegnati o su cui concentriamo la nostra attenzione, ci darà suggerimenti, risponderà alle nostre domande, ci stimolerà come un tutor socratico per consolidare le nostre opinioni arricchendole di altri punti di vista, ci fornirà dati e chiavi interpretative su chi e cosa incontriamo, stimolerà la nostra creatività, ci aiuterà a metterci in sintonia con le persone con cui collaboriamo se decideremo temporaneamente di connettere in gruppo anche i rispettivi alleati, consentirà di stabilire tra docenti e discenti un rapporto personalizzato che massimizzi l’efficacia del transfert degli apprendimenti, e molto altro ancora.

Saremo formati, assunti e operativi sul lavoro con il nostro alleato. Il nostro alleato per altro apprenderà lui stesso ad essere sempre più funzionale a noi.

Non temete, potrete spegnere il vostro alleato mentre sarete abbracciati col vostro partner, ma probabilmente quel partner sarà quello giusto per voi proprio grazie ai suggerimenti dell’alleato digitale.

Non vi scandalizzate, quasi tutto di quello che vi ho detto sopra già oggi avviene, a spizzichi e bocconi, con tante app diverse, da chat-GPT a Tinder, dominate però da logiche di mercato. Per l’alleato occorrerà un cambio di paradigma, toccando esso tanti, troppi diritti fondamentali perché possa essere lasciato alla mercé di logiche puramente commerciali.

Di questo parleremo da qui in poi in questo percorso insieme. Alla prossima!


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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Emanuel Gazzoni (Roma): preparatore di risotti, amico di Socrate e Dostoevskij, affascinato dalle storie di sport
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.