Musica in parole


“Bloody notes”, le note insanguinate

“Evviva la musica dei film horror!” Esclamazione più volte ripetuta alla Festa del cinema di Roma 2024 durante l’incontro realizzato a fine ottobre per omaggiare un’eccellenza italiana: le colonne sonore legate al “cinema del brivido” come definito dalla SIAE, uno dei soggetti organizzatori dell’evento.

Presenti alcuni compositori tra cui Pivio, (Roberto Pischiutta) che giustamente ha sottolineato quanto la musica sia co-protagonista di ogni storia cinematografica dell’orrore: “non riesco a immaginare un film horror senza musica adeguata; spesso molte delle paure nascono proprio dai suoni creati dai compositori…”.

In effetti scopo di questo genere musicale è il dipingere un’atmosfera da brivido disorientando l’orecchio dello spettatore e togliendogli ogni punto di riferimento con l’uso dei suoni: a volte aspri, deformati, ossessivi; altrimenti inserendo melodie gentili, rasserenanti, fuori contesto, disorientanti appunto.

Procurare terrore e soprattutto creare tensione è la mission del compositore.

Quella raccontata alla Festa di Roma è la storia di un genere amato, ritratto attraverso colonne sonore che costituiscono un patrimonio musicale italiano. L’incontro è stato l’occasione per ricordare il cammino della Cinevox Record, etichetta discografica di culto e la prima negli anni Sessanta a produrre musica per questo specifico tipo di cinema italiano.

“Bloody notes” è il titolo scelto per l’evento sul thriller/horror all’italiana: un percorso iniziato nel 1957 con “I vampiri” - di Riccardo Freda e con musiche di Roman Vlad e Franco Mannino - ritenuto il primo film italiano del terrore.

Nel riavvolgere il nastro di sessant’anni di cinema non poteva mancare il nome di Dario Argento, definito infatti “nume tutelare dell’evento” romano.

Vale ricordare che il celebre regista - grande amante della musica in generale, dall’opera lirica al rock - ha sempre considerato la musica una protagonista delle sue pellicole; a comprovarlo la scelta dei compositori cui si è affidato. Come non citare Ennio Morricone col quale Argento fece più film, a cominciare dal suo primo che certamente ebbe un grande impatto sul pubblico anche per la colonna sonora.

Era il 1969 e “L’uccello dalle piume di cristallo” contava su musica italiana d’eccellenza e non mancava di “note insanguinate”; proprio quelle omaggiate in quest’edizione della Festa del cinema di Roma.


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