Tecnosofia


Questo matrimonio s’ha da fare

La partenza umano-centrica dei miei editoriali su Zafferano News segna il punto di partenza per un’impresa improba: fare surf su uno tsunami.

Sono un tecnologo positivista, convinto che le nuove tecnologie, frutto della nostra creatività, possano portare sviluppo e benessere ulteriore, se eticamente indirizzate. Sebbene nell’era dei media facciano più notizia i disastri che i successi e questo ci induca al pessimismo, si sta meglio oggi rispetto al passato proprio grazie alla scienza e alla tecnologia. Sfamiamo più persone, curiamo e vacciniamo in modo più esteso, si vive più a lungo, si muore meno di parto, e così via.

Quello che sta per arrivare con l’intelligenza artificiale generativa è però un impatto sociale senza precedenti, la cui positività è tutta da conquistare. Nella futurologia si discute della possibilità che sia oramai prossima la cosiddetta singolarità tecnologica, un punto congetturato nello sviluppo della nostra civiltà in cui il progresso tecnologico accelera oltre le nostre capacità di comprendere e prevedere, tanto che o ci integreremo con esso o ne verremo travolti.

Non temiamo macchine che scimmiottino gli umani, ma l’umano, qualcuno già dice il post-umano, dovrà sposare il digitale per aumentare significativamente il suo potenziale.

Il rischio più grosso di questa unione è che ci si appiattisca sull’intelligenza artificiale, abbandonando le nostre caratteristiche peculiari: creare, intraprendere e decidere liberamente.

Questo è un sottile equilibrio, come quello che cavalca il surfista. Nel momento stesso in cui noi saremo sempre più potenziati dall’IA, potremmo diventarne succubi e delegare ad essa più di quanto meriti.

Come progetteremo e regolamenteremo l’alleanza umano-IA sarà cruciale e sono convinto su questo che sia necessaria una Conferenza delle Parti dell’ONU, analoga a quella che, per i cambiamenti climatici, ha dato corso al suo 28° anniversario.

Ma altrettanto cruciale sarà definire presto metriche per misurare l’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo reale, obbligare le aziende leader negli sviluppi di questa tecnologia a rendere pubblici i loro sviluppi accettando audit di commissari esterni, e infine tenere registri internazionali sui disastri derivanti dalla errata applicazione dell’IA e le loro cause, un po’ come capita per gli incidenti aerei.

Una qualche agenzia dovrà poi lavorare per mettere in evidenza i bias che i software basati sull’IA mostrano, imponendone la correzione.

Tutto questo per non congelare gli sviluppi di quella che tutti auspichiamo essere la super-intelligenza di cui l’umanità dovrebbe beneficiare, ma che turba la coscienza di molti, come neo-nominati premi Nobel per la fisica Geoffery Hinton e John Hopfield.

Ce la faremo a trattare con le big tech per mettere in sicurezza gli sviluppi della IA?

Sarà dura se consideriamo che il valore di mercato della Apple ha superato nel 2023 i 3000 miliardi di dollari, lasciandosi alle spalle il PIL della Francia, ma questo è il tema della prossima settimana.

A presto!

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.