La signora intende far valere il talento della figlia vessandola e sfruttandola come enfant prodige. Sarà Maria da adulta a ricordare con rancore la sua mancata infanzia e giovinezza.
La bimba diventa ragazzina; è sempre grassottella e le prime a rimarcarlo di continuo sono la madre e la bella sorella. Maria soffre e studia; ama la musica, il pianoforte e soprattutto il canto cui si vota con dedizione assoluta. Le imposizioni materne pesano - e forse incidono sul carattere spigoloso che sempre avrà - ma anche la indirizzano a una disciplina nello studio che darà i suoi frutti.
Le doti vocali ci sono, eccome, e si fanno notare nel suo Paese d’origine (dove torna con la madre nel 1937) al Conservatorio di Atene e poi attirando l’attenzione di Elvira de Hidalgo, celebre soprano e insegnante che diventa la sua fondamentale guida artistica. La prima persona importante della sua vita.
Siamo agli inizi degli anni Quaranta, gli anni difficili della guerra, periodo durissimo per Maria che in Grecia si adatta a qualunque lavoro e a cantare in locali di infimo ordine. Pesanti i contrasti con la madre. Nel 1945 torna negli Stati Uniti dal padre, alla ricerca del successo.
A New York è scontenta, delusa, con pochi soldi ma intanto Maria perfeziona la tecnica vocale e inizia a farsi valere. Viene segnalata per la stagione estiva dell’Arena di Verona. È il 1947, la cantante arriva in Italia. Saranno ancora anni di difficoltà ma anche di incontri determinanti.
I genitori di Maria negli USA avevano modificato il cognome greco Kalogeropoulos in Kalos; lei lo cambia ancora in Callas e con quel nome avviene la sua ascesa artistica.
Nel 1951 è chiamata per la prima volta a inaugurare la Stagione alla Scala. È un trionfo; si accendono le tifoserie (per Callas e Tebaldi, eterne rivali), molto le si muove intorno e il mondo della lirica sta per inchinarsi a lei.
Termina in quegli anni la storia di Maria e inizia quella, notissima a tutti, della Divina.
Maria Callas era nata a Manhattan il 2 dicembre 1923. Cento anni fa.