Sono stati necessari 75 anni alle istituzioni politiche per comprenderlo ed inserirlo nella Carta Costituzionale. Non alle persone perbene, loro hanno sempre colto i valori citati nell’articolo 33. È certamente un ottimo primo passo, una importante presa di consapevolezza, ma stabiliti i principi, stabilite le idee, è necessario vedere l’execution, come si calano nel concreto.
Nel sistema educativo e scolastico italiano l’attività sportiva oggi è totalmente assente, considerata un impiccio, una perdita di tempo. Un ragazzo su due, in età compresa tra i 14 e 18 anni, abbandona la pratica sportiva; il motivo, per il 60% circa, è per l’eccessivo impegno richiesto dallo studio.
La scuola, l’educazione, se veramente tali, dovrebbero promuovere ed incentivare, non ostacolare, l’attività sportiva. Spesso si imparano lezioni di vita molto più profonde su un campo di calcio, basket o tennis che stare sei ore seduto su un rigido banco. È un profondo cambio di mentalità, ma è necessario, deve avvenire.
Le strutture, laddove ci sono, sono vecchie e fatiscenti, nulla dunque a che vedere con i campus di scuole e università americane. Il modello americano è quello dal quale si può prendere maggiormente spunto, in relazione al rapporto tra sport e scuola.
Procedendo con la sintesi dei tre aspetti indicati nell’Articolo, nel secondo troviamo il valore sociale, sul quale, rispetto agli altri, vi è sempre stata una ottima naturale execution. Chi non ha stretto legami profondi, sinceri o fugaci su anche il più polveroso campo da calcio o grazie a logori canestri e retine consumate dal tempo e dalle intemperie? Chi non ha gioito o pianto per una vittoria o una sconfitta con i propri compagni di squadra? E ancora, quanti hanno trovato nello sport una locanda ristoratrice ed accogliente laddove famiglia e scuola non lo erano?
È un giusto riconoscimento, ma a causa di quegli alti tassi di abbandono delle attività sportive ed il progressivo spopolamento nei campetti di città, di campagna e di oratorio rischiamo di smarrire quel ricco capitale sociale.
Il terzo è un lascito prezioso del biennio Covid, ovvero abbiamo colto il valore intrinseco del muoversi, dello stare all’aperto, del praticare l’attività sportiva che più ci piace, non solo per il nostro corpo fisico, ma anche per la nostra mente e la nostra anima. È uno dei farmaci più efficaci per il nostro benessere, per la nostra salute, una potentissima vitamina a sostegno del nostro sistema immunitario.
In quei 146 caratteri ci sono i prodromi per un cambiamento epocale nel nostro sistema scolastico ed educativo, nei rapporti sociali e nel modo di vivere il quotidiano. I tempi sono maturi. Agire.