Proprio questo suo aspetto di cantante di musica popolare è ciò che nella giornata del 4 marzo di quest’anno non si può non mettere ancora una volta in evidenza, in relazione alla figura di Lucio Dalla che nasceva il 4 marzo di ottant’anni fa e che a Caruso legò uno dei suoi più grandi successi di cantautore pop.
Com’è noto, Dalla incontrò idealmente il grande tenore in quell’albergo di Sorrento dove il divo del bel canto, rientrato dagli States, trascorse l’ultimo periodo della sua vita; nel 1986 a Lucio capitò di soggiornare - per volere del destino, dicono a Napoli - proprio nella “Caruso suite” con terrazza vista mare, rimasta com’era anche dopo la morte del Maestro, pianoforte compreso.
Si racconta che nell’estate del 1921, in quella stanza sorrentina risuonassero sia la voce di Caruso (nonostante fosse malato) che le note del pianoforte e che da quell’atmosfera ancora intatta Lucio Dalla abbia tratto ispirazione per la sua “Caruso”, complice la presenza dello strumento.
Genesi rara, forse unica per un brano divenuto uno dei più famosi e cantati al mondo (anche nell’interpretazione di altri, Pavarotti e Bocelli in testa).
Una spontanea e non prevista operazione pop, dalla forte impronta napoletana. La stessa che fece il famoso tenore, che non aveva paura di mescolare i generi musicali. La star della lirica infatti, negli Studi della Victor di New York registrò, oltre alle Arie della tradizione operistica italiana, più di venti canzoni napoletane, un prodotto culturale di massa che il Maestro aveva piacere e orgoglio di far conoscere al mondo.
Un tratto che lo legava alla sua città di nascita e “al golfo di Surriento”, come ha cantato Lucio.
Ultima nota: dopo la scomparsa di Dalla, l’hotel Vittoria di Sorrento ha dedicato all’artista bolognese una suite uguale a quella intitolata a Caruso.
Una stanza gemella, con la stessa vista sul mare che luccica.