Abracadabra

Navigando sui social, ascoltando la radio, leggendo un quotidiano o semplicemente guardando il telegiornale, tutti abbiamo sentito parlare del caso Roald Dahl. La vicenda assume particolare interesse quando assistiamo a un’opera massiva di censura (ma chiamiamola elegantemente riscrittura) nei confronti di classici per l’infanzia come "La fabbrica di cioccolato", "Le Streghe" e "Il GGG". 

Le modifiche pare siano state richieste dalla compagnia intenta alla curatela delle opere di Dahl, avvalsasi per l’occasione di un’apposita agenzia esperta nel bizzarro compito. L’azione editoriale ha posto il proprio focus nell’eliminazione o modifica di parole connotate come razziste, grassofobe o misogine.

Ci confrontiamo con una sensibilità odierna che ha determinato differenti confini morali, giungendo a riconoscere alcune espressioni come offensive verso gruppi o minoranze. L’uso della pratica delle “sensitivity readers” consiste nell’analisi del manoscritto da parte di un individuo che rappresenti la categoria umana descritta nel testo in esame. Tale controllo nasce con finalità indubbiamente corrette, avendo lo scopo di garantire un approccio inclusivo e rispettoso di differenti identità, ma presenta un altrettanto evidente rischio liberticida. L’accusa mossa alla letteratura di generare stereotipi offensivi, rappresentazioni fallaci o percezioni lesive, induce diffidenza nelle coscienze di noi stessi e degli altri, minando le basi di un dispositivo culturale millenario.

L’incremento vertiginoso di editori avvezzi a questa pratica conduce a perdite incalcolabili di creatività ed espressività degli autori, i quali dovrebbero contare di piena libertà nell’esplorare temi controversi, avversi alle convenzioni sociali, talvolta satirici. La spada di Damocle della cancel culture potrebbe condurre a un vero e proprio sistema censorio, vicino a quello propinato nei secoli passati dall’Inquisizione e dalle dittature novecentesche.


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In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata