... si aspettava il successo ottenuto e addirittura ordini dall’estero per il compact disc.
Esplorare il silenzio è un tema che interessa anche i musicisti; esistono ad esempio composizioni mute, la più famosa delle quali è di John Cage (1952), intitolata 4'33": lo spartito prevede che il pianista in concerto stia al pianoforte per quattro minuti e trentatré secondi senza suonare mai. Secondo l’autore il brano non è silenzioso ma formato da suoni/rumori diversi ad ogni esecuzione, compresi i respiri del pubblico. L’esperimento di Cage si propone in fondo un risultato simile a quello cercato nella chiesa inglese, la ricerca silenziosa della sintonia con se stessi e il luogo che in questo caso è il tempio laico di una sala da concerto.
Argomento di studio è anche il silenzio nella musica, ovvero l’importanza delle pause nel discorso musicale. Sempre più conquistato dal silenzio è il violoncellista Mario Brunello che ha dedicato al tema alcune lezioni-concerto e anche un libro. “Si può dire che la musica sia l’arte che sa organizzare i suoni e i silenzi”, afferma il Maestro e ancora “la ricerca del silenzio valorizza i suoni”. Lo sosteneva anche il violinista Yehudi Menuhin ricordando, in una vecchia serie tv della BBC, la rilevanza delle pause nella musica di Beethoven e che “il modo in cui la musica continua nelle pause è piuttosto meraviglioso”. È sicuramente così nell’ouverture di uno degli ultimi capolavori di Beethoven, la Grande Fuga op 133: inizio avveneristico che presenta un deciso alternarsi di note e pause; queste ultime si caricano di significato perché danno potenza alle note che le precedono e creano l’attesa dei suoni che verranno; il Genio di Bonn ci mette così in ascolto anche delle pause, come possiamo verificare in questo video.
Il mese scorso è stato Papa Francesco a porre l’accento su questo aspetto della musica, in occasione del 4° Convegno Internazionale sulla musica, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura. Chiudo perciò con alcune delle parole che il Pontefice ha rivolto ai musicisti ma che valgono per tutti: “Un buon musicista conosce il valore del silenzio, il valore della pausa. L’alternanza tra suono e silenzio è feconda e permette l’ascolto, che ha un ruolo fondamentale in ogni dialogo. Cari musicisti, la sfida comune è di ascoltarci a vicenda”.