Musica in parole


Ascoltare le pause

Sound of Silence è una registrazione effettuata in un’antica chiesa dell’East Sussex e pubblicata quasi dieci anni fa: un CD sperimentale che si apre con il suono della campana e un breve messaggio del rettore seguiti da 28 minuti di silenzio, o quasi: niente musica né parole, solo suoni/rumori raccolti nell’ambiente, come lo scricchiolio del legno delle panche, alcuni passi, mormorii esterni in lontananza. Un progetto su piccola scala per il quale nessuno...

... si aspettava il successo ottenuto e addirittura ordini dall’estero per il compact disc.

Esplorare il silenzio è un tema che interessa anche i musicisti; esistono ad esempio composizioni mute, la più famosa delle quali è di John Cage (1952), intitolata 4'33": lo spartito prevede che il pianista in concerto stia al pianoforte per quattro minuti e trentatré secondi senza suonare mai. Secondo l’autore il brano non è silenzioso ma formato da suoni/rumori diversi ad ogni esecuzione, compresi i respiri del pubblico. L’esperimento di Cage si propone in fondo un risultato simile a quello cercato nella chiesa inglese, la ricerca silenziosa della sintonia con se stessi e il luogo che in questo caso è il tempio laico di una sala da concerto.

Argomento di studio è anche il silenzio nella musica, ovvero l’importanza delle pause nel discorso musicale. Sempre più conquistato dal silenzio è il violoncellista Mario Brunello che ha dedicato al tema alcune lezioni-concerto e anche un libro. “Si può dire che la musica sia l’arte che sa organizzare i suoni e i silenzi”, afferma il Maestro e ancora “la ricerca del silenzio valorizza i suoni”. Lo sosteneva anche il violinista Yehudi Menuhin ricordando, in una vecchia serie tv della BBC, la rilevanza delle pause nella musica di Beethoven e che “il modo in cui la musica continua nelle pause è piuttosto meraviglioso”. È sicuramente così nell’ouverture di uno degli ultimi capolavori di Beethoven, la Grande Fuga op 133: inizio avveneristico che presenta un deciso alternarsi di note e pause; queste ultime si caricano di significato perché danno potenza alle note che le precedono e creano l’attesa dei suoni che verranno; il Genio di Bonn ci mette così in ascolto anche delle pause, come possiamo verificare in questo video.

Il mese scorso è stato Papa Francesco a porre l’accento su questo aspetto della musica, in occasione del 4° Convegno Internazionale sulla musica, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura. Chiudo perciò con alcune delle parole che il Pontefice ha rivolto ai musicisti ma che valgono per tutti: “Un buon musicista conosce il valore del silenzio, il valore della pausa. L’alternanza tra suono e silenzio è feconda e permette l’ascolto, che ha un ruolo fondamentale in ogni dialogo. Cari musicisti, la sfida comune è di ascoltarci a vicenda”.

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In questo numero hanno scritto:

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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro