IL Digitale


Elettroni e Dolore

Rispondo a quattro lettori incuriositi dal numero precedente, dove parlavo dei segnali elettrici che portano lo stimolo al nostro cervello, che poi ci fa sentire il dolore. Come funziona l’elettricità nel nostro corpo, e cosa possiamo fare con l’elettronica per diminuire il male, e magari guarire?
Nulla di nuovo sotto il sole: 46 anni prima della nascita di Gesù, nell’antica Roma, Scribonio Largo scrive  271 ricette per usare le torpedini elettriche nella cura del dolore, dalle cefalee a traumi e sciatalgie. Non riesco a dirvi quanto...

... sia stupefacente vedere l’intuizione e la precisione di questi primi passi nell’elettroterapia, poi proseguiti con Plinio il Vecchio e Galeno.

Scribonio capisce il ruolo dell’elettricità sia nella trasmissione della sensazione dolorosa, sia nella sua riduzione, sia nella cura del malanno doloroso. Vi raccomando di leggere qui.
Saltiamo al 1791, quando il professore di anatomia bolognese Luigi Galvani in De viribus electricitatis in motu muscolari  (“Sulla forza dell’elettricità nel movimento muscolare” che raccomando qui) sperimenta le contrazioni muscolari con corrente a basso voltaggio, e grazie a Jacopo Zambelli produce le mappe dei circuiti nervosi, in un testo fondamentale per ogni studente di medicina e biologia.

Ed eccoci ai giorni nostri, dove sappiamo controllare gli stimoli elettrici per influenzare e modificare le funzioni corporee: da quelle nervose, all’assorbimento dell’ossigeno nei tessuti, impartendo impulsi su specifiche fibre nervose ed in particolari aree del nostro cervello. Con Frequency Rhythmic Electrical Modulation System (FREMS) si intende una tecnologia che, partendo da un computer connesso ad una ventina di fili ed elettrodi attaccati sull’area dolorante, scambia impulsi elettrici non dolorosi che stimolano correttamente i tessuti sottostanti.  Gli impulsi durano dai 10 a 100 picosecondi, impossibili da sentire ma efficaci come saette.

A seconda della patologia, sia essa un ematoma, una contrattura muscolare, una piaga da diabete o da decubito, diverse modulazioni del segnale elettrico consentono sia di curare il tessuto, sia di fermare la sensazione dolorosa. Questo blocco, come abbiamo visto nel numero scorso, e’ dovuto ad una serie di neuroni che, raccolto il segnale dalla terminazione nervosa, proiettano nel nostro cervello il dolore. Come potete vedere nello schema qui quei neuroni proiettori possono essere inibiti con altri stimoli elettrici, effettivamente bloccando la sensanzione di male che altrimenti sentiremmo.

Prima ancora di aggiungere medicinali, con la FREMS si attacca il dolore e si curano patologie della microcircolazione, vasculopatie, neuropatie periferiche e poi il recupero di ferite come ulcere traumatiche, ischemiche, arteriose e diabetiche. Da ultimo, un vantaggio importante della stimolazione elettrica e’ l’assenza di riscaldamento e di conseguenza di processo infiammativo, che viene causato dal rilascio di istamine e prostaglandine quando applichiamo calore oltre i 40 gradi.  Insomma, con gli elettroni possiamo fare tanto per il nostro dolore, ed anche per la cura sana di molte patologie.

Sapete cosa accomuna tutta questa storia, da Scribonio, a Galvani, ad oggi? Che i capi mondiali di questo settore siamo noi italiani. Aziende piccole ma di una sofisticazione ed eccellenza notevoli, tipo FremsLife (qui) che da Genova sviluppa e produce una tecnologia veramente efficace. Così bravi che ora li aiuto a conquistare l’America.

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In questo numero hanno scritto:

Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro