Scrivere la colonna sonora di un’intera serie tv non è compito facile. «Le scene d’azione sono le più difficili, richiedono costante comunicazione con i tecnici del suono» dice Djawadi che per la saga fantasy ha impiegato strumenti insoliti come il didgeridoo australiano e il kantele, specie di piccola arpa; un viaggio sonoro che si evolve con la storia e diventa a tratti concettuale, postminimalista; così ecco l’idea del pianoforte, dall’effetto straniante rispetto al contesto, per Light of the Seven, il brano per ora più ascoltato.
Alti gli standard di qualità della musica in tutte le stagioni di GoT, nonostante le incongruenze della trama lamentate nell’epilogo. Spesso un soundtrack vive di vita propria e lo provano gli ascolti; capita che all’utente arrivi la musica prima degli episodi, come l’ultimo Gomorra con l’anteprima delle tracce su Spotify, mix di post-rock, suoni acidi, rap e neo-melodico che molto ha contribuito al successo della serie.
Altro esempio: Narcos, il boss, la mamma. Nella trama, narcotraffico e crimini ma per la sigla un malinconico bolero, atmosfera latina stile anni ’50. Rodrigo Amarante: «ho immaginato Pablo ragazzino… ho immaginato di scrivere il pezzo preferito di sua madre, che lui ascoltava con lei».
La canzone, subito cult, conferma che l’opening theme song per le serie tv è davvero potente biglietto da visita.
Ancora Djawadi: «la musica da film dovrebbe creare un legame che rafforzi l'unicità di quella pellicola. Se ascolti la musica senza l'immagine e chiudi gli occhi, dovresti essere automaticamente trasportato in quel mondo».
Tutto questo, sempre, grazie alla indiscussa capacità emozionale ed evocativa che la musica ha.