Musica in parole


Inno alla gioia

Un bel record quello registrato a inizio anno a Matera: 2019 musicisti provenienti da ogni parte d’Europa suonano insieme l’Inno alla gioia per l’apertura di “Matera capitale europea della cultura 2019”.

Mai come i giapponesi di Osaka dove lo hanno cantato, con esecuzione perfettamente organizzata, 10.000 coristi amatoriali. Del resto in tutto il Giappone i cori cantano quest’inno ogni capodanno, come irrinunciabile rito propiziatorio.

Nel maggio scorso è stato lo “Schuman Day”, la festa dedicata all’Europa, l’occasione per risentirlo in formazioni particolari e adesso è la volta della “Festa europea della musica”, manifestazione nata in Francia nel 1982 come festa di tutte le musiche e di tutti i musicisti in Europa, professionisti e amatori. Da allora quest’appuntamento previsto ogni 21 giugno in corrispondenza al solstizio d’estate, si è molto arricchito di manifestazioni istituzionali e non, allargandosi a più giornate di performance in cui risuona ogni genere di musica, in luoghi anche inusuali. “L’inno di Beethoven” ė sempre in scaletta; moltissimi i giovani che lo suonano e lo cantano.

Il pensiero corre allora a due giovani del 1700: Ludwig van Beethoven che a 19 anni frequenta i corsi di filosofia all’Università di Bonn e in quell’ambiente ha modo modo di conoscere gli scritti di Friedrich Schiller, in particolare l’ode An die Freude, scritta dal poeta a 26 anni nel 1785. Sappiamo che Beethoven già in quegli anni pensa di musicare quest’ode simbolicamente vicina agli ideali della gioventù tedesca di allora, ma cause diverse rimandano il progetto. Anni dopo riaffiora quella suggestione giovanile e nel 1824 completa la stesura della Sinfonia n. 9 inserendo nel coro finale alcuni versi di quell’inno di Schiller, espressione di un’ideale visione di fratellanza fra le persone. Il risultato è un unicum per voci soliste, coro e orchestra, capolavoro tra i più conosciuti al mondo.

La prima esecuzione (che da sola vale un racconto) avviene a Vienna nel 1824, dopo di che la Nona Sinfonia è via via sempre più eseguita, incisa, ascoltata e la pagina corale anche impiegata come inno in molte situazioni di intensità e coloritura politica e storica in antitesi tra loro. Ad esempio è stato, con parole diverse, inno nazionale della Rhodesia. Inno alle Olimpiadi di Berlino 1936 e per la squadra unificata delle due Germanie negli anni ottanta. Le cronache del 1989 riportano che è stato suonato a Pechino in piazza Tienanmen, a supporto della nota protesta duramente repressa.
Memorabile l’esecuzione della Nona Sinfonia per la caduta del muro di Berlino nel 1989; la dirige Leonard Bernstein dopo aver chiesto al coro di sostituire la parola "Freude" (gioia) con la parola "Freiheit" (libertà).

Nel 1972 il Consiglio d'Europa sceglie come proprio inno il tema musicale, senza parole, dell’Inno alla gioia, incaricando Herbert von Karajan di scriverne adattamenti in tre versioni.
Dal 1985 l’Inno alla gioia tratto dalla Sinfonia n. 9 di Beethoven è inno ufficiale dell’Unione Europa. 

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): lavora in banca, si occupa di software libero
Marco Cobianchi (Milano): Ceo FormatLab
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro