LA Realtà aumentata


La Storia aumentata

Sono anni che si parla di Fake News e di Fake Truth: non dobbiamo stupirci del fatto che queste siano sempre esistite addirittura fin dall'Impero Romano. Chi aveva il potere, aveva anche la conoscenza ed era in grado di riscrivere la storia a proprio piacimento.

Da ragazzino ricordo di aver letto il libro “1984” di George Orwell. Uno dei cardini della distorta società orwelliana non era solo il “controllo” in “tempo reale” del cittadino in tutte le sue attività, ma anche la “riscrittura totale” della storia. Un apposito ufficio aveva il compito di cancellare progressivamente la memoria umana per riscriverla nel senso più gradito al potere.

Nel mio primo viaggio in Giappone nel 1997, ho scoperto una cosa che per noi occidentali può risultare perlomeno curiosa. Stavo navigando con il classico battello turistico sul lago di Ashi dopo aver visitato il monte Fuji, per raggiungere la stazione del Tokaido Shinkansen (la TAV giapponese) di Akone: all'interno del battello era in bella vista una antica “mappa del mondo”, da quello che ricordo datata intorno al 1500, perché c'era già l'America. Guardando con più attenzione mi accorgo che tutte le diciture erano in latino e mi metto a leggere curiosamente. Un giapponese vicino a me mi osserva con attenzione e capisce che io riuscivo a leggere il testo della mappa. Con un po' di timidezza tipica del popolo giapponese, mi chiede come fosse possibile. Non comprendo subito la domanda perché per me era normale, ma gli spiego che in Italia quasi tutti a scuola imparano un po' di latino e l'alfabeto è lo stesso che usiamo noi italiani oggi: si stupisce e mi spiega che in Giappone quasi nessuno con studi ordinari, sarebbe in grado di leggere un testo o una mappa di 500 anni fa. Quando cambia una lingua la storia può cambiare con lei, perché sempre meno persone saranno in grado di leggere testi antichi.

Con l'arrivo delle nuove tecnologie per alcuni anni abbiamo pensato che una fotografia o un video fossero sempre “autentici”, ma già con i primi software di editing grafico ci siamo resi conto che ogni immagine poteva essere modificata a piacimento. Con la maggiore potenza di elaborazione ed il miglioramento del software grafico con relativo crollo dei prezzi, oggi un qualsiasi ragazzo della Gen Z potrebbe, raccogliendo vari spezzoni video, trasformare il messaggio di un politico nel suo esatto contrario. Fortunatamente esistono software e sistemi in grado di verificare se una foto o un video sono stati alterati, ma nel mondo dei social far diventare virale un video o una foto falsa è un attimo: il problema è che anche se confutate spesso queste immagini e video godono di una certa persistenza. 

Facciamo un passo avanti: verifichiamo cosa è successo negli ultimi 30 anni in Cina. Se mi chiedessero cosa ricordo del 1989, direi due immagini. Quella iconica dei giovani berlinesi sul muro in fase di abbattimento e quella del giovane universitario in piazza Tienanmen che blocca semplicemente con le proprie braccia aperte una fila di carri armati. Nessuno sa cosa sia successo oggi a quel giovane. E' un evento che avrebbe potuto destabilizzare la Cina, così come la caduta del muro di Berlino in Europa ha dato luogo a grandi cambiamenti. Se oggi un giovane cinese effettua sul web una ricerca su Piazza Tienanmen non trova nulla di quei giorni, semplicemente non esiste alcun riferimento. Se a riprova viene chiesto dai media a questa generazione di giovani cinesi cosa è successo nel 1989 in Pechino, non viene data risposta. Non sono giovani che hanno studiato poco la storia: per anni con un lavoro certosino di censura sul web e sui media, il governo cinese ha creato una sofisticata versione di “storia aumentata” in cui l'evento non esiste.

Alla Gen Z, Y dei giovani occidentali suggerisco oltre allo studio della storia, di essere curiosi e verificare le fonti delle foto e video che postate sui social perché anche da noi il rischio è sempre in agguato. 

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Riccardo Ruggeri
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Eugenia e Massimo Massarini (Torino): studentessa di medicina e medico