LA Coppa


La nuova super Champions League e Unify League, ma la creatività?

Approvato. Con convinzione, sebbene non con ardente fiamma dell’entusiasmo.

Si parla del nuovo format delle nuove coppe europee, ideato dell’UEFA, introdotto quest’anno.

Un sistema che allarga le partecipanti, 36, per ognuna delle tre competizioni europee: Champions League, Europa League e Conference League.

Rispetto ai precedenti format è aumentato il numero delle partite e vi è stato un complessivo rimescolamento di carte, in quanto con un unico girone, a campionato, vi è stata subito la possibilità di vedere partite tra le big del calcio europeo già nei mesi invernali (la ex fase a gironi) ed in questo modo anche le piccole hanno raggiunto, complice i sorteggi per fasce e partite più equilibrate, ottimi risultati e piazzamenti.

Certamente vi è stato maggior equilibrio, numero di goal e spettacolo, con un ultima giornata avvincente, con tutte le partite in contemporanea (avrebbe certamente apprezzato Alfredo Provenzali), regalando un finale esaltante, ad ogni minuto si rivoluzionava la classifica, fra chi entrava ed usciva dalle prime otto qualificate dirette e chi non si qualificava.

Un altro pregio del nuovo format è la rimozione del meccanismo del ripescaggio e delle retrocessioni, tanto criticato in passato, dalla Champions League alla Europa League e da Europa League a Conference League, tanto iniquo quanto non conforme ai valori dello sport.

Dunque la riforma è apprezzabile e riuscita, con partite più attraenti e decisive già nella (ex) fase a gironi e certamente più equa, spettacolare, ricca di cambi repentini di scena, tanti goal, con possibilità anche per i club piccoli e medi di ottenere risultati importanti ed aumentare i propri incassi.

Tutto sistemato e sospiro di sollievo per l’UEFA dopo la turbolenta primavera del 2021 con il caso Superlega? Non proprio, per due ragioni:

• A22, la società che cura gli interessi della Superlega, dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea, del dicembre 2023, che ha considerato UEFA e FIFA come enti monopolistici, è tornata alla carica, proponendo un nuovo format chiamato Unity League. Si tratta di un torneo con 4 livelli, Gold, Star, Blue e Union, aperto a 96 club delle 55 federazioni europee che si qualificheranno annualmente in funzione dei risultati ottenuti nei rispettivi campionati, dividendo la massima competizione in due livelli, Star e Gold, garantendo competitività alta, partite emozionanti e risultati più imprevedibili, trasmettendo le partite in una piattaforma streaming, Unify, visibile in tutto il mondo in forma gratuita con pubblicità o con abbonamenti premium a prezzi accessibili, risolvendo il fastidioso problema di sottoscrivere abbonamenti multipli come accade oggi.

• La questione legata alla creatività, tema che verrà affrontato più nel dettaglio in futuri articoli in questa rubrica, ampliando la panoramica non solo al calcio, ma anche allo sport ed all’arte. Per quel che interessa qui, nonostante si sia lavorato bene sulla spettacolarizzazione del calcio europeo, tuttavia ci sono partite estremamente tattiche, senza guizzi, lampi di genio creativi, il saltare l’uomo, la giocata imprevista, tutte dunque un po’ ripetitive.

Motivo? Sin dalle giovanili si cura l’atletismo e tattica, ingabbiando la creatività dei ragazzi.

E per questa seconda questione non ci sono format o leghe nuove che possano cambiare lo scenario, perché rimangono alla superficie del problema, apprezzabili, ma non alimentano la fiamma della passione pura, fanno piacere non innamorare.


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