Byte Dance ha fatto incetta dei chip NVIDIA, appena in tempo per evitare la bastonata che invece viene da Pechino: divieto assoluto di comprare tecnologia proprietaria americana. Le aziende cinesi sono in un vicolo cieco: entrambe le amministrazioni, da Washington e da Pechino, vogliono rendergli la vita difficile e di conseguenza la concorrenza ad armi pari con le aziende occidentali.
Mentre Trump e Xi continuano a discutere di riduzioni di tariffe e di un possibile accordo per il commercio del H200, ossia del chip NVIDIA più performante sul mercato americano, il Ministero per l'Industria e l'Information Technology cinese ha chiarito come la pensa: in America producono 141,000 ingegneri l'anno, in Cina dieci volte tanto, e le stesse proporzioni valgono per gli studenti di fisica, scienze dei materiali ed altri corsi vicini alla tecnologia. E' dal bisogno di dover recuperare rispetto agli americani che nascerà una tecnologia dirompente e molto migliore.
Nulla di particolarmente geniale, è quanto scrivo qui sopra da anni criticando Sanzioni e Sovvenzioni, ossia quegli interventi statali che in breve tempo fanno perdere competitività alle aziende, che poco dopo si schiantano. Per inciso, le EV cinesi vanno bene perché ci sono oltre 90 produttori in continua concorrenza tra loro, non perché abbiano chissà quali sovvenzioni dal loro governo. Nel campo AI, da quasi un anno gli esperti del ministero chiamano a raccolta i rappresentanti dello sviluppo prodotto e della produzione delle aziende tecnologiche come ByteDance, Tencent, Alibaba, e studiano nel dettaglio come sviluppare una tecnologia molto superiore a quella NVIDIA.
Per fare in modo che le aziende si impegnino davvero e non continuino a cercare la scappatoia di comprare chip NVIDIA, il governo cinese ne ha impedito l'approvvigionamento, a favore di marche nazionali come Huawei, Baidu e Cambricon. Il problema dei chip cinesi, oltre alla temporanea inferiorità prestazionale, è che devono essere prodotti a Taiwan, dalla mitica TSMC, che è sempre soggetta alle grinfie trumpiane. Non è quindi sufficiente sviluppare un chip migliore di quelli NVIDIA, i cinesi devono anche scalare la produzione in volumi massicci.
Pechino non vuole solo soppiantare NVIDIA, ma rivoluzionare l'intero ecosistema AI a discapito delle altre magnifiche sette americane, ed il fatto che le start-up americane sviluppano i nuovi prodotti con le tecnologie open cinesi da sicuramente un grande aiuto.
Per quanto riguarda i modelli AI, la Cina ha favorito i sistemi a peso libero, che soffrono meno la mancanza di chip performanti: qualsiasi sviluppatore può scaricare, configurare e mettere in produzione versioni di Qwen (Alibaba) e di tutti i modelli rilasciati da DeepSeek, senza problemi di prestazioni. L'Accademia dell'Information Communication Technology cinese ha cominciato a certificare i modelli sviluppati su DeepSeek R1, e questo ovviamente aiuta la crescita massiccia di questi prodotti AI in tutti gli enti pubblici e le aziende partecipate cinesi, a botte di centinaia di milioni di utenti alla volta, non quattro gatti.
È questa la grossa differenza con l'AI a stelle e strisce: le aziende americane sviluppano modelli proprietari partendo da OpenAI, Anthropic, Gemini ottimizzati per girare su determinati chip NVIDIA ad alte prestazioni. In Cina, al contrario, sviluppano su modelli aperti che possono girare bene su chip di fornitori diversi tra loro, e con performance non omogenee. Il primo paese che ha provato a testare le acque, la Malesia che voleva dotarsi di infrastruttura cinese per alcuni datacenter, s’è trovato intimidazioni chiare e violente dagli USA, al punto che in 48 ha cambiato idea.
L’amministrazione Trump riconosce l’importanza del ruolo dello stato nella gara AI, ed ha appena pubblicato il progetto Genesis per fare in modo di non perdere contro la Cina. Ne parliamo prossimamente.
