In campo medico il parametro dell’obbedienza del paziente è importante: più un paziente segue le istruzioni, si ricorda di stare a dieta e prende le medicine necessarie, più facile la guarigione. In entrambe i casi ChatGPT risponde alle domande, ai prompt, del medico che gli dice cosa fare: bene, ma non benissimo.
Oggi entrano in campo gli agenti, di cui vi ho parlato a lungo (agentic AI) e da questo articolo su Lancet capiamo l’importanza: l’agente può quasi prendere l’iniziativa. Limitata e circoscritta finche’ si vuole, ma autonoma rispetto al medico. Paura?
Sono comuni i casi in cui l’IA riesce a diagnosticare qualcosa che è sfuggito all’essere umano: si va dalla microfrattura al polso, all’insorgere di un tumore al seno, e la lista è veramente lunga. Fino ad oggi è stata una persona ad usare l’IA per verificare quella diagnosi iniziale, e poi ha preso i provvedimenti necessari scoperta la mancanza. Adesso invece siamo al punto in cui il robot decide in autonomia di fare un’altra scansione, un altro test, un ulteriore calcolo probabilistico, e magari un cambio alla prescrizione.
L’agente IA ha una memoria perfetta, e ricorda il quadro clinico molto meglio di qualsiasi essere umano, senza i silos tipici degli specialisti: guarda un tumore dal punto di vista dell’oncologo, chirurgo, dietologo, facendo quello che a noi richiede una squadra intera. Gli agenti hanno un fondamento di LLM, che consente di interpretare e di comunicare correttamente le informazioni, dettagliando il loro ragionamento e processo decisionale. Questo lo vediamo già da qualche mese nelle accresciute capacità di fare diagnosi differenziali in patologia.
In America la Food and Drug Administration, incaricata di testare e validare qualsiasi farmaco, prodotto o metodo medicale, sta cercando di capire come testare questi agenti, come approvarne l’uso. Un medico deve passare una serie di esami, deve dimostrare come ragiona su una serie di casi clinici, e poi ancora affiancarsi ad un esperto per anni prima di tagliuzzare e cucire in libertà. In questo praticantato è controllato attentamente dai più anziani, dal resto della squadra sanitaria, fino a quando riesce a guadagnare la fiducia di tutti ed acquisire vera indipendenza. Come fai a fidarti di un ranocchio elettronico che sicuramente conosce tutta la teoria ma non ha versato lacrime e sangue con te per mesi o anni? Voi vi fidereste?
Cosa più importante, il personale medico dovrà imparare a lavorare con questi robot, sicuramente giocando ed esplorando in ambiente sicuro, ma in seconda battuta curando un paziente vero. Possiamo immaginare un medico di famiglia che sbologna all’agente tutti i mali di stagione? Un ranocchio elettronico che ti diagnostica e cura in autonomia influenza, virus gastrointestinali, piccoli traumi domestici o sportivi, per passarti solo i casi incerti o dove servano test di laboratorio particolari?
Si che possiamo immaginarli, anche abbastanza a breve. E poi chi sarà il padrone di questo agente medico? Sarà di proprietà del dottore come un qualsiasi stetoscopio o ecografo da ambulatorio, o sarà invece della grande azienda, sia essa ospedaliera o assicurativa? Vi assicuro che costeranno poco, a livello di scooter, quindi ampiamente nelle disponibilità del professionista, e la mia raccomandazione è che il medico sia il padrone e controllore dello strumento. Il controllo dei mezzi di produzione è tutto, quanto la sanità viene indebitamente spintonata nella logica di mercato.