IL Digitale


Start-up a buon mercato

Questo articolo riprende dalla settimana precedente, dove ho descritto l’impatto di intelligenza artificiale e lavoro da remoto, analizzando la differenza abissale di costi e salari tra professionisti in USA, Europa del sud e paesi in via di sviluppo. Ripetiamo: chi pagherebbe $800 al giorno per uno sviluppatore SW, se lo stesso lavoro può esser fatto in Italia o Spagna a $120, o in Pakistan a $3? Babbo Natale sicuro, pochi altri.

La settimana scorsa ho postato su X un paio di video importanti: in uno vediamo il Presidente dell’Argentina che pronuncia un discorso in spagnolo al World Economic Forum e, in tempo reale, IA lo traduce in inglese imitandone la voce alla perfezione, cambiando pure il labiale. Impressionante, in questo caso il robot sostituisce non uno, ma due professionisti: l’interprete di conferenze internazionali (mestiere pregiato, in passato) e l’imitatore da palcoscenico. Non so chi e cosa abbiano usato al WEF per raggiungere questo risultato; immagino truppe cammellate di consulenti preparatissimi, e costosi il giusto.

Nel secondo, un simpatico vecchietto usa il suo cellulare ed in 20 minuti, usando un programma scaricato gratuitamente da internet, si costruisce l’avatar. La somiglianza è perfetta, timbro e tono di voce identici, ed anche in questo caso parla in quattro lingue straniere; solo il labiale non è perfettamente sincronizzato, ma è improbabile che uno se ne accorga. Se la resa è leggermente inferiore al primo per la sincronia delle labbra, questo caso è comunque notevole: l’arzillo pensionato, senza alcuna preparazione tecnica e semplicemente premendo due bottoni, si costruisce un avatar ad immagine e somiglianza, gratis!

Eccoci entrati nell’era delle start-up a buon mercato: leggete con attenzione se avete istinti imprenditoriali repressi. Fino a due anni fa, il percorso medio della neo-azienda digitale era scontato: presentare un prototipo funzionante ad investitori pronti a rischiare, prendere $2 milioni di finanziamento, assumere dieci persone a $150.000 di stipendio anno con percentuale della società, vendere il prodotto a clienti disposti a pagare, ripresentarsi agli investitori per prendere ancora più soldi, assumere ancora più persone, scalare, e sperare di fare il botto. Improbabile fare il botto, ma abbastanza facile creare un’azienda piccola con margini decenti e stipendi di tutto rispetto.

Poi la pacchia è finita: passando dallo 0 al 5% i tassi di interessi che puoi prendere da investimenti a basso rischio, gli investitori hanno chiuso i cordoni della borsa. L’anno scorso chi ha investito in fondi azionari USA ha portato a casa il 24-27%, ed anche chi non ha rischiato ha comunque chiuso con un 10%. Per start-up, spin-off, scale-up e medie imprese, attrarre finanziamenti è diventato un incubo.

Ma oggi i giochi sono cambiati di nuovo, perché con IA e pachistani ti bastano $30.000 per assumere dieci persone per due anni di lavoro, con l’infrastruttura SAAS che si conviene e l’attrezzatura per la squadra. Non devi certo andare da venture capital e banche d’affari per farti prestare $30.000: bastano i risparmi della nonna, sempre ti sia comportato bene con lei fino ad oggi. Ovviamente l’approvazione di un VC digitale da’ autorevolezza, da cui i contatti importanti per sviluppare le vendite; cose sulle quali la nonna tentenna. Ma il problema è presto risolto, invece di presentare un prototipo, quando andate dal VC avete già clienti e bilancio in attivo, ed i $2 milioni saranno molto più facili di oggi.

Ora è impossibile prevedere se la combinazione di intelligenza artificiale e globalizzazione dei talenti digitali farà saltare il banco delle multinazionali del settore. Certamente vedere Gates a colloquio con tutti i potenti del mondo (pure da Mattarella è passato), ed Amazon, Google e Meta che fan man bassa di chiunque abbia anche solo toccato un LLM, ci dice che anche i CEO con la felpa son sul pezzo. Hanno i mezzi tecnici, finanziari e lobbistici per controllare la nascita e crescita dei concorrenti, ed a Washington sono in pochi a tener testa, chissà a Bruxelles, vedremo in Cina.

Vada come vada, fate come il vecchietto: scaricate applicativi gratuiti ed aperti, giocateci, imparate.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro