Notizie dagli USA


Occhio agli ostaggi – un anno dopo

Mentre recupero dall’eccesso calorico del nostro Thanksgiving e Black Friday, rileggo l’articolo di un anno fa. Allora le notizie in America si concentravano sullo scambio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Biden diceva l’impossibile per arrivare ad una pausa nei combattimenti, mandare aiuti umanitari, e specialmente liberare gli ostaggi del 7 ottobre. Sotto sotto cercava di allungare la tregua il più possibile, cronicizzare il conflitto, al contrario di Netanyahu che voleva vincere il prima possibile.

Dopo un anno, tirando le somme troviamo ancora 101 ostaggi in mano ai terroristi, e la pausa nei combattimenti è reiniziata solo ora, mentre gli aiuti umanitari arrivano col contagocce su un territorio distrutto, da Gaza fino al Libano. L’anno scorso 80 ostaggi furono liberati in cambio di 240 palestinesi incarcerati in Israele: da quel momento Bibi ha provato a liberare gli altri con la forza, fallendo. Le negoziazioni sulla liberazione dei 101 rimanenti oggi sono così ferme che anche il Qatar s’è tirato fuori: inutile perder tempo con due controparti che non si vogliono sedere al tavolo per davvero.

Raz Ben Ami, rilasciato un anno fa dopo 54 giorni di prigionia, oggi urla al mondo che è disumano lasciare quei cento disgraziati nei tunnel, in condizioni disperate, dopo 415 giorni. Ha perfettamente ragione, ma almeno qui in America ce ne siamo dimenticati. I media non ci parlano più di questo fallimento, per strada poche case mostrano le foto degli ostaggi, nelle conversazioni si passa ad altro quando dici che nel frattempo 44.000 palestinesi han perso la vita. Un anno fa Bibi prometteva la risoluzione rapida del conflitto ed il recupero di tutti i dispersi: oggi sappiamo che ha fallito, è andata come voleva Biden, che continua a spedire armi e missili a tutto spiano.

La stessa linea guerrafondaia vale per l’Ucraina: tra un tacchino ed una torta di mele, la Casa Bianca ha detto a Zelenski di abbassare l’età della leva da 25 a 18 anni. Stiamo continuando a mandarti miliardi e bombe, non possiamo perdere contro Putin, occorre maggiore impegno da parte dei tuoi ragazzi, forza! Abbiamo stanziato $130 miliardi, ne abbiamo mandati oltre $90 ed ora stiamo per mandarne altri $27: spedisci i ragazzini al fronte.

Per fortuna gli ucraini, ed il loro Presidente, cominciano a rivedere le proprie priorità, e quella di salvare la pelle sta lentamente salendo al primo posto. Hanno già perso una quantità di nonni e papà, perdere anche i figli forse non vale più la pena. Ma questi sono argomenti troppo tristi per i nostri media in questi giorni: dobbiamo festeggiare il record di viaggiatori durante Thanksgiving, la borsa che continua a crescere, Black Friday che svende come non ci fosse un domani. Qui a Boston ho trovato l’affarone dell’anno: panettoni scontati da $80 a $56, non so come ho fatto a resistere e lasciarli li. Ho pensato che spendere $80 per un panettone sia l’equivalente degli $880 miliardi che sprechiamo in difesa: un decimo sarebbe già caro.

Ancora un paio di settimane di lavoro e poi rientriamo di corsa nel consumismo efferato, l’anno vecchio sarà finito, e speriamo di non dover mettere sacchi di sabbia vicino alla finestra. Ancora una volta la televisione dirà che il nuovo anno porterà una trasformazione, sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, con una prece per israeliani e palestinesi, ucraini e russi.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.