Vita d'artista


Sidereus Nuncius

Avviso astronomico che contiene e chiarisce recenti osservazioni fatte a mezzo di un nuovo occhiale nella faccia della Luna, nella Via Lattea e nelle stelle nebulose, in innumerevoli fisse, nonché in quattro pianeti non mai finora veduti, chiamati col nome di Astri Medicei.

Questo è l’avviso iniziale contenuto nel testo Sidereus Nuncius, pubblicato da Galileo Galilei, nel 1610 a Padova, in seguito alle sue osservazioni degli astri, in particolare della Luna, con uno dei primi cannocchiali astronomici da lui realizzato.

Vi era un altro scienziato prima, chiamato il Fiammingo ad aver fabbricato uno strumento simile, ma lui lo rimaneggia a suo modo. Bellissima cosa e oltremodo attraente è il poter rimirare il corpo lunare… è il linguaggio di un uomo innamorato, tanto innamorato da regalarci non solo scoperte scientifiche importantissime, ma anche deliziosi acquarelli, a dimostrazione del fatto che la Luna, vista da vicino, non è rivestita da una superficie levigata, ma anzi, è scabra e ineguale, ricoperta in ogni parte da grandi prominenze, di profonde valli e di anfratti. Questi acquarelli oltre ad essere belli, sono estremamente accurati e rappresentano tutte le fasi della luna, con la parte in luce e quella buia.

Certo sappiamo dalla storia cosa è significato all’epoca ribaltare un ordine religioso, filosofico e sociale. Perché l’osservazione diretta, uno sguardo approfondito sul mondo, spaventa. Lo stesso è stato per Leonardo e i suoi studi anatomici, ma ancor di più per Andrea Vesalio e Pietro da Cortona, che più o meno negli stessi anni di Galileo, disegna le celebri tavole anatomiche, in cui il corpo fisico, questa volta quello umano, viene osservato, dissezionato, aperto in ogni suo anfratto. Sono tra le più interessanti illustrazioni anatomiche mai realizzate, in una straordinaria descrizione di nervi, muscoli, ossa, organi interni, vasi sanguigni che affascinano per il loro potere visivo, da sembrare quasi di uscire dalla pagina. Sia queste tavole, che gli acquerelli di Galileo hanno infatti l’eccezionalità di essere dei capolavori sia nell’arte che nella scienza, in una rara e felice sintesi della tecnica e dell’estetica.

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