Vita d'artista


Mister Big

Di recente un noto personaggio dell’arte italiana si è detto rammaricato perché a causa della pandemia non è riuscito a recarsi da Gagosian a Londra per vedere l’ultima antologica di Damien Hirst. L’artista, infatti, è riuscito a farsi dare le chiavi della famosa galleria in Britannia Street per un anno, come curatore, ed ha prevedibilmente cominciato da se stesso.

Ma non ci sarà granché da aspettare, anche senza andare a Londra, per vedere Hirst. A breve aprirà a Parigi, alla Fondation Cartier, una sua nuova mostra dal titolo “Cherry Blossom”, in cui il bad boy dell’arte globalista si è riscoperto impressionista, o meglio puntinista, realizzando grandi tele e poi stampe con cui ha peraltro organizzato una mega vendita online, tramite la piattaforma HENI Leviathan, accettando anche cripto valute. A Roma, poi, la Galleria Borghese gli dedicherà un’esposizione, a giugno, con sculture che risalgono alla grande mostra realizzata qualche anno fa nell’ambito della Biennale di Venezia e intitolata “Treasures from the Wreck of the Unbelievable”. A Roma, le opere di Hirst dialogheranno con le altre opere del museo. Il tutto dopo che quest’inverno a St. Moritz son calate dall’alto un paio di queste sculture, per essere collocate ai due lati del lago, mentre numerose altre erano diffuse per la città.

Se qualche addetto ai lavori si lamenta di non potere vedere un Damien Hirst è un tantino in malafede. Fotografato con la sua “fucking art” (così Hirst definisce il suo lavoro) sullo sfondo, vestito con tutine da ginnastica imbrattate strategicamente di colore e con sguardo vuoto alla Trainspotting, nelle ultime settimane il Nostro s'è visto ovunque.

A questo punto mi viene in mente un vecchio racconto di Woody Allen, dal titolo “Mister Big”. Un investigatore privato viene incaricato da una bionda formosa di trovare Dio. Tra rabbini, falsari, mafiosi e pure un morto, alla fine risolve il caso, spiegando: “Pupa, la manifestazione dell’universo come idea complessa in sé, in quanto opposta all’essere dentro o fuori la sua vera Essenza di sé come Se stesso, è intrinsecamente, il nulla, o Nulla, ovvero l’Assenza in rapporto a qualsivoglia forma astratta di esistenza o di esistere o di essere esistito in eterno, non soggetto alle leggi fisiche o di moto o idee relative all’antimateria, oppure alla mancanza di Essenza oggettiva o di alibiquità soggettiva”. Siamo vicini alla comprensione del fenomeno Hirst.


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In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite