Vita d'artista


La brutalità dei fatti

Accostarsi all’opera di Francis Bacon, grande artista inglese del Dopoguerra che condivise la scena artistica londinese con Lucien Freud, non è mai facile. Il suo lavoro resiste ad ogni definizione, e non a caso per lui la pittura ha la capacità di “agire direttamente sul sistema nervoso centrale” in una sorta di corto circuito in cui la mente smette di ragionare, non interpreta più e risponde in modo emotivo.

Soprattutto se si è di fronte alla sua serie di tele che si ispirano al Ritratto di Papa Innocenzo X di Diego Velasquez, dove il volto del Papa si deforma in un grido e il santo seggio si trasforma in una sedia elettrica. Una violenza visiva che esprime così bene l’immobilizzante angoscia esistenziale del primo Dopoguerra.

Bacon però insiste sempre che i suoi quadri non sono pessimisti. Allora cos’è quel grido, quell’orrore se la sua intenzione non è comunicare un’idea brutale del mondo? A suo parere, se si guardano i fatti della nostra esistenza senza le lenti del luogo comune, siamo impressionati dalla tremenda neutralità delle cose, “The Brutality of Fact”. La brutalità non è quella di essere in presenza del male, ma di essere in presenza del niente. Tutte le versioni del ritratto di Innocenzo X furono eseguite solo guardando delle riproduzioni e quando Bacon fu a Roma si rifiutò ad andare a vedere il quadro dal vero. Forse perché ebbe paura che il contatto con l’originale lo avrebbe obbligato a una rivalutazione del “fatto” Innocenzo X e distrutto il peso delle sue interpretazioni.

Per tutta la vita fu “anti-establishment” . Alla fine della sua carriera rifiutò cariche onorifiche dai vari potenti ammiratori: buttava via le lettere e comunicava loro a parole, tramite amici. Nemico appassionato dell’ipocrisia e del perbenismo era amico di ladruncoli, a volte perseguitato dalla polizia, e questo potrebbe far pensare che vivesse ai margini della società. In realtà non era così, era nato da una famiglia molto agiata, fu mandato in un collegio privato e aveva acquisito maniere cortesissime. Stravagante certo, ma non nemico della società.

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