La Terra ha 4,6 miliardi di anni e quindi di eventi così significativi ne ha già visti a migliaia. Studi recenti hanno assodato che 3,26 miliardi di anni fa cadde sulla Terra un asteroide dal diametro tra i 37 e i 58 km. Per altro, la teoria più accreditata vuole che un meteorite da 10 km di diametro, caduto nel golfo del Messico circa 66 milioni di anni fa, risultasse fatale per i dinosauri.
Certo, l’homo sapiens esiste da soli 200.000 anni e un’esperienza del genere non l’ha mai provata.
Gli impatti più piccoli (tipo quelli da 10-100 metri) sono più frequenti, ma molto meno pericolosi su scala globale. La mattina del 30 giugno del 1908, ad esempio, si è verificata un’esplosione in una remota regione della Siberia (Tunguska) provocata dall'impatto di un meteoroide o da una cometa. L'esplosione, avvenuta a un'altitudine di 5–10 chilometri dalla superficie terrestre, abbatté decine di milioni di alberi e generò un bagliore visibile a 700 km circa di distanza. Ma siamo ancora qui.
Se aumentassimo però la taglia del meteorite di un paio di ordini di grandezza allora le cose andrebbero diversamente. L’impatto di un meteorite da 10 km di diametro che viaggia a 20 km/s scatenerebbe una energia paragonabile a migliaia di bombe atomiche. Si creerebbe un cratere di centinaia di chilometri, partirebbero onde supersoniche distruttive a migliaia di km di distanza, tsunami giganteschi con onde da 500 m di altezza (se l’impatto avvenisse in mare), incendi diffusi su scala globale per la ricaduta di detriti incandescenti.
Ma sarebbe solo l’inizio della fine.
Gli aerosol prodotti, riflettendo per mesi o anni la luce solare, causerebbero un lungo “inverno da impatto” con compromissione della fotosintesi ed estinzioni di specie viventi a catena per collasso delle catene alimentari, senza contare il tremendo inquinamento atmosferico da composti solforosi, che intaccherebbe anche l’ecosistema marino a causa delle piogge acide conseguenti.
Calato il sipario sull’inverno da impatto, senza fotosintesi e con la CO2 accumulata, partirebbe una fase di riscaldamento globale estremo.
L’umanità che conosciamo toglierebbe il disturbo per collasso delle catene alimentari, epidemie, guerre per le risorse residue e collasso delle tecnologie e dei sistemi sanitari. Piccole comunità potrebbero riuscire a salvarsi isolandosi ma per quanto tempo?
Nelle valutazioni di rischio i livelli di allerta salgono per il combinato disposto di probabilità e impatto. In questo caso la probabilità è bassa, specie se ci preoccupiamo delle generazioni alle viste e consideriamo altri tipi di rischi percepiti più impellenti, ma nel caso dell’impatto di un mega meteorite gli effetti sarebbero gravissimi e incontenibili.
Proprio per questo la comunità scientifica e gli enti spaziali (NASA e ESA in primis) sono intenti a produrre simulazioni, strategie e tecnologie per ridurre ulteriormente quella seppur piccola probabilità.
Ne parleremo nella prossima puntata!