Musica in parole


La duchessa di Krakenthorp

La nobildonna è la futura suocera di Marie e come madre del promesso sposo, al momento di definire il matrimonio, combinato, si presenta con piglio deciso. Però è spassosa e la sua vis comica ha attirato l’interesse di Arturo Brachetti, il trasformista.

Madame la duchesse è uno dei personaggi de “La figlia del reggimento” di Gaetano Donizetti, opéra-comique che come tale alterna parti cantate e parlate. Il ruolo della duchessa è un cameo per voce recitante, spesso arricchita di gag o brevi melodie cantate.

Dopo Anna Proclemer, Montserrat Caballé e Maurisa Laurito (che è stata duchessa alla Fenice), ora al Regio di Torino, giocando in casa, a vestire i panni della Krakenthorp in questo mese di maggio è Arturo Brachetti che si è detto entusiasta del ruolo.

Per la duchessa-Arturo, oltre al dialogo parlato è prevista una parte cantata, giusto una canzoncina ma in sintonia con l’allestimento. “Canterò al Regio!” aveva anticipato Brachetti ai fan, sottolineando con enfasi di essersi molto preparato e di avere un vocal coach.

“La figlia del reggimento”, presentata da Donizetti a Parigi nel 1840, è un’opera brillante che unisce tradizione musicale italiana e teatro francese; un capolavoro di musica frizzante, scherzosa e anche virtuosistica come la famosa aria “dei nove do di petto” affidata al tenore.

Racconta la storia di Marie, vivandiera del reggimento, da bambina salvata e allevata dai soldati. La ragazza e il soldato Tonio si innamorano ma i due, separati dagli accadimenti, si riuniscono solo quando lui (aiutato dal reggimento) salva lei da un matrimonio imposto, lasciando di stucco i nobili invitati della mancata suocera, duchessa di Krakenthorp.

Alla conferenza stampa Brachetti ha rimarcato la sua emozione per un’esperienza nuova che considera una sfida: “a me piace imparare, fin quando si impara non si invecchia”.

La duchessa-Arturo non ha nascosto l’entusiasmo anche per la parrucca ondulata che indossa in scena con la quale, ha detto: “sto benissimo”.

A pubblico e critica l’ultima parola.


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