Giovani e giovanissimi si sono riconosciuti nel linguaggio di questo genere musicale, importato dall’atmosfera del Clubbing di Berlino (punto di riferimento in quest’ambito). A sentire gli esperti del settore, in pochi anni Kiev diventa una delle capitali dell’underground e i dj ucraini trovano una loro dimensione attirando molto pubblico dall’estero.
Dall’electro-music si passa in un’attimo all’electro-folk, suoni techno impastati con quelli acustici del folclore ucraino; un trend in crescita soprattutto nella riscoperta di strumenti pop come la bandura (specie di liuto o cetra, a corde pizzicate).
In pochi anni sono apparse novità, musicisti locali, la lingua ucraina nei testi; i giovani artisti han ripensato e riproposto la tradizione, con una gran voglia di portarla nel futuro.
È così anche per gli studenti del Conservatorio di Kiev dove, oltre ai corsi di formazione classica il carnet delle proposte è variegato, tra cui lo studio di strumenti popolari.
Ovviamente i social han molto aiutato ad amplificare questo fermento creativo emerso in Ucraina che poi, all’improvviso, si è fermato il 24 febbraio scorso, data spartiacque che obbliga a un prima e un dopo nei racconti.
I post sui social han bruscamente cambiato registro e da quel giorno la musica è preghiera, strumento per dare coraggio e soprattutto per coinvolgere. Anche con la techno music si chiede aiuto, attraverso i social, come fa la DJ Korolova che raggiunta a fatica la Polonia, posta i suoi dj set fatti di appelli e musica di artisti ucraini.
I musicisti che ancora possono farlo suonano, comunque, e lo fanno “via social”. Ci sono invece artisti che han visto i loro strumenti distrutti e altri che son dovuti fuggire senza.
È ciò che è successo alla Youth Symphony Orchestra of Ukraine, nota orchestra di giovani talenti tra i 14 e i 22 anni; molti di loro sono ora in salvo a Lubiana, dove han trovato sostegno internazionale per poter suonare comunque ancora, grazie anche al dono di strumenti musicali, che in parecchi non avevano più.
Sono senza strumento anche alcuni degli studenti giunti in Italia dai Conservatori ucraini (Kiev, Odessa, Leopoli, Kharkiv), accolti nei nostri Conservatori dove saranno aiutati nel riprendere a fare musica. Come tutti i musicisti vogliono continuare a suonare, comunque.
Ultima nota: il Conservatorio di Kiev è intitolato (tuttora) a Pëtr Čajkovskij (1840-1893), il celebre compositore russo di scuola russa, per iniziativa del quale l’Istituto è stato fondato nel 1863.