L’idea attira e spopola. Gli aspetti vincenti sono due e l’uno in contrapposizione all’altro; la serata è presentata come esclusiva, per pochi selezionati invitati e in luoghi sempre diversi rivelati all’ultimo. Viceversa grazie alla diretta streaming gratuita, chiunque nel mondo, pur stando nel proprio salotto può fruire dell’evento abbracciando con lo sguardo tutta la scena, chi suona e chi si muove dietro di lui.
Questo è il fenomeno Boiler Room, format nato per caso a Londra nel 2010 quando Blaise Bellville sceglie un locale caldaia (da qui il nome) come studio di registrazione, senza immaginare il successo che i suoi live set trasmessi in streaming avrebbero avuto. In breve, dopo lo show internazionale di Berlino 2011, la piattaforma conquista il mondo; molto grazie alla semplicità dell’idea di base.
Dapprima, musica elettronica underground per far emergere le novità e grandi nomi della techno ma poi anche artisti di altri generi sperimentano la formula, compresa la classica: si affacciano al progetto BR la London Contemporary Orchestra e la Filarmonica di Dortmund che nel 2016 con il dj Marc Romboy porta in scena un Debussy rivisitato in chiave techno.
Ormai gli utenti sono persino coprotagonisti degli eventi: grazie alla piattaforma BeatStream ad esempio gli spettatori da remoto possono interagire con gli artisti durante i live.
Negli anni il numero delle performance è aumentato tanto che è difficile persino districarsi tra le proposte. BeatStream, pr digitale, tiene d’occhio tutto e propone, coinvolge, aiuta l’interazione ovunque nel mondo in ogni momento.
Nel 2017 la collaborazione BR/Google ha messo a punto un progetto 3D per cui, con apposita app il fruitore casalingo può partecipare persino passeggiando virtualmente nel locale dove si sta svolgendo l’evento.
Più di 150 le città toccate dal format, le ultime grandi capitali Pechino e Shanghai e adesso, dal 9 al 12 ottobre Londra ospita il primo Boiler Room Festival. Quattro i generi musicali, emergenti gli artisti. Gli organizzatori: «non si tratta degli headliner, ma della prossima generazione».