LA Realtà aumentata


E' dura essere bimbi in Cina

In precedenza ho raccontato dell'evoluzione piuttosto aberrante del “Rating sociale” in Cina. Nel frattempo l'Italia ha firmato un memorandum economico con il Celeste Impero, negando che all'interno dello stesso vi fossero capitoli dedicati al famigerato 5G, il sistema di comunicazione che dovrebbe “avvolgerci” dal 2020, garantendo connessioni velocissime e servizi di mobilità evoluti.

La Cina è indubbiamente avanti con la sperimentazione dei sistemi 5G, sia per questioni tecnologiche, che sociali.
Una delle combinazioni più interessanti che la Cina sta sviluppando è quella del riconoscimento facciale unito a tecniche di Intelligenza Artificiale.
I sistemi di riconoscimento facciale fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, non dobbiamo stupirci: già da alcuni anni all'interno dei PC portatili più evoluti è possibile sostituire la password di accesso con il riconoscimento del volto del proprietario.

Fin qui tutto bene. Da alcuni anni l'Intelligenza Artificiale sta fornendo un valore aggiunto, una sorta di Realtà Aumentata, al semplice riconoscimento facciale. Esistono già sistemi in grado, oltre che riconoscere il volto in questione, anche di interpretare l'umore e le espressioni base, comprendendo se una persona è allegra o triste, attenta o distratta e così via.
In questo campo la Cina sembra non avere rivali anche perché la “sperimentazione” la svolge direttamente sul campo utilizzando più o meno consapevoli “cavie umane”.

Un anno fa il Daily Mail ha riportato la notizia di un “esperimento” attivato presso la Zhejiang Hangzhou No.11 High School, in cui una o più telecamere in classe effettuano ogni 30 secondi lo scanning facciale di tutti gli studenti, per verificarne il grado di attenzione, l'umore ed altri parametri. L'obiettivo (dichiarato) è ovviamente quello di garantire un livello di istruzione maggiore. Come per il rating sociale, lo strumento purtroppo sembra andare più nella direzione dei sistemi di punizione che di premio.
Non contenti di questa iniziativa i solerti educatori cinesi si sono sbizzarriti nell'ultimo anno in ulteriori “sperimentazioni” che possiamo leggere sul South China Morning Post, quotidiano con sede ad Hong Kong. Andiamo dai braccialetti gps  alle uniformi con geolocalizzatore incorporato.

Secondo il South China Morning Post, di qualche giorno fa, la Guangdong Guangya High School’s ha acquistato 3,500 braccialetti elettronici che possono tracciare il posizionamento dello studente ed il comportamento in classe. Anche prestigiose università quali la Peking University, stanno usando sistemi di riconoscimento facciale per identificare studenti ed insegnanti.
E' vero che la Cina negli ultimi 30 anni ha fatto emergere dalla soglia di povertà milioni di bimbi, ma se questo è il prezzo da pagare per il benessere, preferisco rimanere in Italia, perlomeno finché la Cina, non comincerà a vendere alle scuole italiane sistemi di riconoscimento facciale.

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