IL Cameo


Super economisti e super chef

Super economisti e super chef

Più passano gli anni, più la crisi morde (colpendo alte percentuali della popolazione, e al contempo beatificando un numero esiguo di eletti), più non riesco a trovare differenze fra i super economisti e i super chef.

Forse perché si prendono tanto sul serio? Chissà In questo Cameo per la prima volta uso, con ironia, due foto. Una è un grafico trovato in rete e reso anonimo, che potrebbe mostrare la tesi di un Nobel, di un banchiere centrale o di un economista qualsiasi che proietta nel tempo una determinata ipotesi economica. L’esperienza mi dice che la percentuale che l’evento si verifichi, come indicato nel diagramma, non si schioda da quello del “rosso e nero” della roulette. Ma guai a fare loro notare, a posteriori, un eventuale errore, ti sotterrano con montagne di altri grafici sempre più sofisticati: competenti su tutto, mai colpevoli di nulla.

Super economisti e super chef

Per esempio, se voglio sapere se siamo in una fase di recessione o no, mi guardo bene dal leggere le analisi dei vari super economisti di Fmi, Bce, Commissione europea, società di rating, Nobel, simil Nobel, economisti di grido. Normalmente le loro sono, almeno per me, fake truth in purezza. Per questo, da sempre, mi fido solo dell’Associazione svizzera dei gestori dei patrimoni. Ho saccheggiato la loro ultima analisi che sintetizzo per i lettori di Zafferano. La curva dei rendimenti (se volete apparire “competenti” chiamatela yeld curve) sul dollaro Usa (l’euro conta come il due di picche), in particolare sui Treasury Bond, dopo essere stati a lungo “appiattiti”, hanno ora assunto un profilo “invertito”, per cui il titolo “a breve” rende più di quello “a lungo”, ed è la prima volta dal 2007. Molti economisti notano che fin dal 1955 ogni volta che la curva ha assunto un profilo negativo, si è entrati in recessione. Le statistiche dicono che negli Stati Uniti c’è stata una recessione ogni 58 mesi, mentre l’attuale ciclo espansivo dura ormai da 118 mesi.

Ma, e qui si nota l’affidabilità dell’Associazione svizzera dei gestori di patrimoni, questi dicono che non tutti gli analisti condividono tale valutazione prospettica. Non essendo l’economia una scienza, potrebbero esserci altre opzioni, specie una “newnormal” che nonostante guerre commerciali e altri fattori, potrebbe determinare una continuazione della fase di crescita, forse più blanda ma più lunga, favorita, sempre statistiche alla mano, dal fatto che gli Stati Uniti si stanno avvicinando al periodo pre elettorale. Come vedete, siamo nell’area del “rosso e nero”. L’importante è “sapere di non sapere”, come sottolineano, con saggezza, i gestori di patrimoni svizzeri.

Super economisti e super chef


L’altra fotografia è una meravigliosa scultura da ammirare, almeno per me, non certo da mangiare (anche al “famolo strano” c’è un limite). Super economisti e super chef tentano di servirci fuffa puntando tutto sull’immagine. Come gourmet di cucina povera e fissato dell’execution, sorrido. Anche questa volta, a noi apòti, non sono riusciti a darla a bere.

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Franco Cazzamali (Romanengo, Cremona): macellaio
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale
Marinella Doriguzzi Bozzo (Torino): da manager di multinazionali allo scrivere per igiene mentale
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Leo Leoni (Frosinone): agente assicurativo
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Marco Sampognaro (Brescia): giornalista prestato all’Università, specializzato in inseguimento sogni