Come giudicare questa performance robotica? Dopo 8 milioni di miglia deve ancora affinare la guida nel maltempo, ed e’ meglio che nessun pedone attraversi le strada fuori dalle strisce, altrimenti rischia la pelle. Se pensiamo che un neo-patentato dopo un paio di mesi non e’ piu’ “troppo pericoloso”, e dopo 50.000km guida come il resto dei conducenti, ci vien da pensare che il robot sia tonterello.
Ed e’ cosi: se il cervello umano ha 100 miliardi di neuroni, l’intelligenza artificiale in commercio ha gli stessi del nemotode (un verme che ne ha qualche centinaio) ed il piu’ avanzato quelli di una rana (16 milioni). Il robot puo’ imparare tutti i codici della strada ovviamente, e fara’ sempre meglio del ragazzo all’esame di teoria per la patente, perche’ tutto quanto e’ ricetta e’ facile da memorizzare. Ma guidare un auto e’ qualcosa che dopo pochi mesi deve diventare instintivo, perche’ fatto di tantissimi segnali diversi che il nostro cervello riesce a processare contemporaneamente e meglio di un robot. Guidare nel traffico di Boston o di Roma e’ tutto diverso dal relax della guida nel Maine o nelle Langhe, come pure dobbiamo adattarci alle condizioni meteo e di luce senza pensarci troppo. Con la pratica il nostro cervello porta la guida a livello subconscio, e se manteniamo un minimo di prudenza e fortuna impariamo a guidare meglio della Google car molto rapidamente.
Se il numero di neuroni vi ha spaventato, considerate che i contatti tra questi, le sinapsi, son mille volte tanto. Questo ci consente di guidare, ascoltare la musica ed il navigatore, rispondere in modo quasi intelligente alle domande del partner, senza stancarci e facendo tutto allo stesso tempo. E mentre lo facciamo, inconsciamente guardiamo anche negli occhi altri automobilisti e pedoni per decidere se rallentare o accelerare. In questo istante si pensa che prima del 2050 non si arrivi a questo livello di bravura da parte di un’auto a guida autonoma.
Il problema e’ che la complessita’ di neuroni e sinapsi, tradotte nel mondo dell’intelligenza artificiale, fa si che gia’ oggi non si capisca come ragiona il robot. Se un automobilista sgarra, dalla multa, al sequestro veicolo, al carcere, la legge e’ a disposizione per correggerlo o eliminarlo dalle strade. Ma nel caso del robot, con chi te la prendi? Chi paga? E poi impara a non farlo piu’? Uber ha interrotto il proprio sviluppo dopo che una sua auto a Los Angeles ha ucciso una signora che malauguratamente ha attraversato dove non doveva, perche’ non puo’ garantire che non succeda piu’.
In questa rubrica ripetiamo spesso che l’intelligenza artificiale e’ molto utile come complemento, come assistente della persona, mai come sostituto. Vale per l’auto a guida autonoma e per qualsiasi altro caso dove il robot abbia tra le mani la vita umana: dal chirurgo, al caposala, al manager, e’ meglio non fidarsi di chi ha buona memoria ma pochi neuroni. Non affidereste la vostra vita ad una rana, vero?