Per coronare questo primo traguardo i due autori, Tommy Cappellini e Riccardo Ruggeri, hanno chiesto al Signor CEO un’intervista, pronti a volare a New York nel suo triplex “a contatto del cielo”, come avevano scritto, dove trascorreva il Capodanno. Nulla da fare. Ha rifiutato l’intervista diretta, sia di persona sia in conference call, ha concesso di farla scritta, pretendendo però 30 domande tra le quali ne avrebbe scelte quattro. Eccole:
Greta Thurnberg, è il personaggio dell’anno appena trascorso. Nelle ultime settimane temperature sopra la media, lei è preoccupato per il climate change?
Tutt’altro. Sto investendo molto nella green economy e da come si stanno muovendo le istituzioni globali sento che il ritorno sarà elevato. Per noi investitori strategici si sta aprendo un ventennio molto interessante, persino rassicurante. Mi sembra di essere tornato all’inizio degli anni Novanta, quando un enorme flusso di denaro sommerse Wall Street per sostenere la cosiddetta internet economy che ci avrebbe permesso miracoli. Oggi sento in tutti la stessa frenesia, lo stesso entusiasmo per la Madre Terra. E qui non è come con internet, strumento necessario ma se volete non indispensabile, qui è diverso, qui ci si gioca la salvezza dell’umanità! L’umanità intera sta andando al fronte per salvare se stessa: non è meraviglioso per noi generali? A confronto di una simile mobilitazione, la Seconda guerra mondiale è da considerarsi un raffreddore. Mobilitazione è sempre la parola chiave, per fare business naturalmente. Nonostante abbiate scritto un pessimo libro su di me, eccovi un regalo, una confessione, un consiglio: investite nel green a occhi chiusi. Quando c’è l’intera umanità a fare da prestatore di ultima istanza, io mi ritengo più che garantito. È quasi come essere nelle mani di Dio.
Sappiamo che lei è un forte lettore. Che libri sta leggendo in questi giorni di riposo?
Un grande romanzo che avrei potuto scrivere io: “Le confessioni del cavaliere di industria Felix Krull” di Thomas Mann. È di una leggerezza inarrivabile, l’altro ieri sera ne ho lette cinquanta pagine e ancora prima di addormentarmi ridevo tra me e me, immerso in un esaltante sentimento di innocenza.
Lei è favorevole all’ingresso della Turchia in Europa?
Domanda sciocca. Verso il 2050 l’Europa sarà islamizzata, sarà turca, qualche anno dopo la bandiera con la mezzaluna rossa sventolerà sulla porta di Brandeburgo e su Palais Royal, e pure sul Vaticano. L’unico leader, di certo con una vena di follia ma intelligente, Boris Johnson, l’ha capito e ha rotto il cordone ombelicale con Bruxelles. E’ supportato dalla Regina Elisabetta, l’unica degna di succedere a Margaret Thatcher, nella difesa degli interessi inglesi. Gli europei si sono suicidati quando hanno chiesto, via Angela Merkel, a Recep Erdogan di creare e di gestire i campi di concentramento ove trattenere, a pagamento (Capite? A pagamento!), i siriani in fuga. Ricatto di Stato, puah! Poi quando hanno lasciato nelle mani di costui i curdi che li avevano aiutati nel distruggere l’Isis, pretendendo che fossero gli americani a fare il lavoro che toccava a loro. Miserabili. Infine, quando hanno permesso a Erdogan di mandare truppe in Libia, impossessandosi dell’unico loro distributore di benzina sotto casa, dividendoselo poi con Vladimir Putin. Il politicamente corretto ha reso le leadership europee ridicole. Stanno trasformando l’Europa in una Disneyland per turisti asiatici nel momento in cui nel mondo si stanno ricostruendo gli Imperi. E l’Europa è nuda, non ha neppure uno straccio di forze armate. Da alcuni anni ho cancellato l’euro e le aziende europee dai miei investimenti strategici.
Ha rivisto Maria dopo la vostra relazione giovanile?
Siete due mascalzoni. Solo individui spregevoli come voi possono mettere nella stessa frase il nome di Maria e l’osceno termine “relazione” Sciò, Sciò!